Dottoressa reatina minacciata da paziente stalker e violento: “Ho denunciato ma ho paura”

(di Christian Diociaiuti) È un 25 novembre pieno di iniziative per segnare l’aumentata sensibilità al tema della violenza di genere. Ma è anche un giorno in cui non si fermano – semmai aumentano – le segnalazioni di episodi di cronaca anche in una realtà come la nostra. Anche il Prefetto, Pinuccia Niglio, lo ha detto: “C’è una crescita preoccupante anche nel Reatino” di casi di violenza sulle donne.

La retorica non serve, come non servono le morali, per non doversi misurare più con casi come quello di Giulia Cecchettin e migliaia di altri. Serve parlare, denunciare, essere consapevoli. Anche perché proprio l’episodio della giovanissima assassinata dall’ex, sono aumentate le segnalazioni e denunce di violenza contro le donne. Come ha denunciato, senza alcuna esitazione, la dottoressa reatina – con un’esperienza ultratrentennale alle spalle – minacciata e stalkerata da un suo paziente con problemi mentali. Ne preserveremo l’anonimato perché c’è una denuncia in atto ma è un episodio che merita di essere raccontato per quello che rappresenta. Anche perché con questo episodio suona un campanello d’allarme anche in questa comunità, se si pensa a quanto accaduto in Calabria pochi giorni fa (una dottoressa è stata uccisa mentre era in auto col marito, medico anche lui) e che accende i riflettori, come una macabra scatola cinese, su un tema collegato: la violenza contro il personale sanitario.

“Con lui avevo un rapporto cordiale da quasi 20 anni, seguendolo come medico di famiglia – spiega a RietiLife la dottoressa parlando del suo persecutore, un uomo reatino – ma quando gli ho detto di rivolgersi a un centro di salute mentale per essere seguito a dovere non ne ha voluto più sapere, è iniziato un calvario. Mi minaccia costantemente da più di un mese a questa parte. Col supporto della moglie, anche lei con dei problemi di natura mentale, picchiata dal marito ma capace di ritirare le denunce per paura”. La dottoressa reatina, quindi, si è rivolta alla Questura, portando a testimonianza messaggi, telefonate costanti, comportamenti preoccupanti: “C’è in ballo sì la lotta contro la violenza di genere, ma anche contro la violenza sui sanitari: negli ospedali, negli studi medici, la gente è selvaggia. Venite a vedere come alcune persone si rivolgono a personale e professionisti. I delinquenti sono tali e come tali vanno trattati, non c’entra il patriarcato o la società. Qui c’entra che si ha paura e a volte non ci si sente tutelati da Istituzioni e Forze dell’Ordine, a loro volta, spesso con pochi mezzi e strumenti per supportare le vittime”.

Foto: RietiLife ©

 

Print Friendly, PDF & Email