(di Cristian Cocuccioni) Nuovo appuntamento con La Rana nel Pozzo, il talk condotto dal direttore di RietiLife Emiliano Grillotti. Ospite il presidente della Fondazione Varrone, Mauro Trilli – di professione architetto ma da un anno e mezzo alla guida della Fondazione – che si è raccontato, ed ha raccontato il suo lavoro ai microfoni di RietiLife. “Un bilancio di questo anno e mezzo? Interessante, faticoso ma bello – ha detto il presidente sul bilancio dell’incarico ricevuto – È impegnativo”. Ma che cos’è la Fondazione Varrone? “Chiariamo, la Fondazione non è un ente a cui chiedere soldi quando servono. Non siamo una banca. La Fondazione nasce come braccio operativo e operiamo con il patrimonio, che sono gli utili che la Cassa di Risparmio ci ha dato in occasione della nascita. Lo facciamo in sintonia con altri enti. Sosteniamo progetti nostri o richieste della comunità. Noi svolgiamo un ruolo sussidiario. Non sostituiamo gli enti pubblici. Diamo una mano dove loro non arrivano. Il sindaco? No non lo farei mai (scherza, ndr)”.
È notizia che in questi giorni, la Fondazione Varrone, ha approvato il Documento di programmazione pluriennale 2024-2026 e del Documento Previsionale 2024: “Il Consiglio ha approvato le risorse economiche che abbiamo a disposizione per il 2024. Saranno 1 milione e 800 mila euro da ripartire nei vari settori (arte, sport, cultura, ambiente, salute pubblica e volontariato. Anche nel piano triennale avremmo i stessi soldi anno per anno (1,8 milioni). Però c’è da dire che i soldi non arrivano solo dagli utili della Cassa di Risparmio ma anche dalle azioni, dai beni mobili e immobili di cui la Fondazione dispone e dai risparmi che mettiamo da parte ogni anno per fronteggiare momenti di crisi, come quello del 2022. I quasi 2 milioni sono una bella cifra ma per quello che serve sono anche pochi“.
La puntata si è poi soffermata sulla biblioteca, tema molto vicino alla Fondazione ma soprattutto ai reatini. Una volta alle Officine, è stata poi chiusa negli anni scorsi: “In anteprima vi dico che entro il 2024 la biblioteca riaprirà al Palazzo Potenziani, in via dei Crispolti. Siamo molto felici di questa riapertura” dice Trilli. La Fondazione, in questo anno che si sta chiudendo, si è occupata di molti progetti per il territorio ma per il presidente sono stati tutti molto belli, in particolare il “progetto del Centro Estivo Inclusivo. Abbiamo coperto il periodo estivo in cui quei ragazzi non avevano dove andare. E non dimentico la bellissima estate con gli spettacoli di Largo San Giorgio”. Dicevamo, non solo cultura e volontariato ma anche sport, al quale la Fondazione è molto legata, in particolar modo l’atletica: “La Fondazione continua a sostenere l’atletica. Non solo per i risultati ma per il lavoro costante che fa con i ragazzi tutto l’anno. L’atletica – come tutti gli sport – fa crescere le persone sotto tutti i punti di vista. Ma non c’è solo l’atletica. Noi sosteniamo tutte le discipline che portano alti i valori dello sport. Su tutto il territorio reatino come per esempio il wakeboard che non lo abbiamo valutato come sport ma come occasione per la crescita del territorio”.
La consueta telefonata è stata l’occasione per parlare di università: “La differenza tra prima e ora è che prima la Sabina Universitas pagava i due atenei (Sapienza e Tuscia), invece ora i due atenei operano in proprio su Rieti. Il problema maggiore sono gli spazi. Noi come Fondazione stiamo parlando con La Sapienza per concedere alcuni dei nostri spazi, come l’ex Bosi (leggi) e se vorranno anche Largo San Giorgio. Ne stiamo discutendo”.
Sul finale una riflessione del direttore di RietiLife Emiliano Grillotti e il numero uno della Fondazione sulla crisi che ha colpito il Reatino in due particolari momenti: il sisma del 2016 e il Covid. “L’affanno dell’economia in città viene prima del covid, forse dal sisma del 2016. Gli effetti della pandemia li abbiamo risanati ma non si può dire così per il terremoto. Nessuno ha pensato a ricostruire un modello socio-economico, solo a ricostruire i muri – ha aggiunto Trilli – La Fondazione è stata vicino alle popolazioni del sisma. Abbiamo aiutato ad acquistare spazzaneve e nell’ambito culturale abbiamo cercato di aiutare e restaurare opere per restituirle al territorio. Stanno arrivando tanti soldi, tra Pnrr e fondi, ma manca un progetto unitario a lungo termine”. QUI PER RIVEDERE LA PUNTATA
La Rana nel Pozzo torna giovedì 2 novembre sempre alle 21. Nessuno spoiler per l’ospite della prossima puntata.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©