Dai banchi di scuola alla Caserma dei Carabinieri di via De Juliis con penna e taccuino per intervistare il nuovo Comandante Provinciale, Colonnello Valerio Marra. E’ l’ultima, in ordine di tempo, delle esperienze da fotoreporter per gli alunni del Laboratorio di Giornalismo (a cura dei docenti Elisa Masotti e Simone Lucarelli) della scuola media dell’Istituto Comprensivo “A. M. Ricci”, guidata dal dirigente Paola Testa.
Colonnello Marra, si è da poco insediato al Comando Provinciale di Rieti. Da dove arriva e qual è il suo curriculum?
“Sono nato a Lecce, ho 46 anni, mi sono diplomato al Liceo Scientifico, ho frequentato l’ Accademia Militare a Modena e mi sono laureato in Giurisprudenza. Arruolato da 26 anni, Carabiniere dal 1999 e Comandante da 20 anni, ho ricoperto diversi incarichi in giro per l’Italia, dalla Sicilia al Veneto passando per Roma. Mi sono occupato anche della Tutela del Patrimonio Culturale e sono a Rieti da circa un mese e mezzo. Mi sono infatti insediato lo scorso 11 settembre”.
Perché ha scelto questo lavoro?
“Perché è un lavoro difficile ed importante che permette di stare a contatto con le persone e di aiutare i più deboli e le vittime dei reati”.
Quali requisiti servono per diventare Carabinieri?
“Bisogna essere delle brave persone, non avere procedimenti penali, il limite di età è di 17 anni e mezzo, occorre poi essere prestanti fisicamente, passare le visite mediche e superare il concorso”.
Qual è il motto dei Carabinieri?
“Il motto è “Nei secoli fedele” e vuol dire che siamo fedeli allo Stato sempre. Lo siamo stati ai tempi della monarchia, da quando l’Arma è stata fondata il 13 luglio del 1814, e abbiamo continuato ad esserlo quando l’Italia è diventata una Repubblica”.
Quali sono le problematiche più evidenti nel nostro territorio?
“Sicuramente il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti già tra i giovanissimi (dai 14 anni in su), i furti nelle abitazioni, le truffe agli anziani e gli incidenti stradali spesso causati dall’uso del cellulare e dall’abuso di alcol”.
Quali azioni mettete in atto per far fronte a queste criticità?
“Contro lo spaccio di droga portiamo avanti una forte azione di contrasto con sequestri di cocaina, hashish e marijuana. Per le truffe agli anziani facciamo molta prevenzione in tutti i Comuni della provincia, incontrando anche i parroci. Numerosi, infine, i controlli su strada. Venendo a Rieti per la prima volta, sono stato molto colpito dalle croci, dalle foto e dai mazzi di fiori che fiancheggiano la Salaria. Basta un attimo per spegnere la vita e quindi occorre fare molta attenzione per una guida sicura”.
Quali sono i paesi della provincia di Rieti con il più alto tasso di criminalità?
“E’ difficile fare una graduatoria, tutto sommato è una provincia tranquilla. Recentemente pero’ abbiamo messo a segno un’ operazione molto importante che ci ha portato ad arrestare 13 persone per spaccio di droga, sparse tra Mompeo, Montopoli, Poggio Moiano e la provincia di Roma.
C’è attenzione sulla violenza delle donne?
Certamente, anche perché in Italia il fenomeno è molto diffuso. Negli ultimi anni il movimento delle scarpette rosse ha portato ad un cambio di passo ed è stata introdotta la Legge del Codice Rosso. Qui in caserma abbiamo una Sala d’ascolto per donne e uomini, vittime di violenza”.
Si è mai occupato di omicidi?
“Sì, è accaduto in Sicilia ed in Veneto. Sono situazioni che colpiscono ma in questi casi bisogna essere molto freddi e lucidi. I contesti in cui si verificano simili reati sono sempre molto omertosi, soprattutto in alcune realtà”.
C’è collaborazione con la cittadinanza reatina?
“Si, la popolazione tende a collaborare e questo è fondamentale. I cittadini non sono omertosi: arrivano tante segnalazioni al 112 sia per incidenti che per persone sospette ma anche per animali in difficoltà. La collaborazione è fondamentale perché serve a renderci più liberi. Lo è non solo con i cittadini ma anche con le altre forze dell’ordine e con la Magistratura”.
Il Laboratorio “Professione Reporter” dell’Istituto “A.M. Ricci” di Rieti
Foto: A.M. Ricci ©