Le opportunità per fare del bene al prossimo non mancano in Italia che, grazie alla sua storica generosità, è uno dei Paesi che fa più donazioni. Probabilmente questa caratteristica nasce dai frequenti disastri naturali che colpiscono il nostro Paese come terremoti, alluvioni o maremoti. In quei casi le persone sono mosse istintivamente da uno spirito di compassione verso coloro che hanno subito gravi perdite umane e materiali e provano ad aiutarle attraverso associazioni no profit che organizzano le raccolte dei fondi.
I migliori metodi per fare beneficenza
L’opzione più facile è utilizzata è quella delle donazioni alle Onlus che tipicamente si focalizzano su uno specifico problema e raccolgono fondi per cercare di estirparlo. Le più famose sono quelle riguardanti le ricerche sulla salute, molto importanti per trovare nuove ed innovative cure ai peggiori mali che affliggono l’essere umano. Molto note sono quelle associazioni che si prendono cura in special modo dei bambini più sfortunati o che vivono in zone pericolose o dove è addirittura in corso una vera e propria guerra. Grazie all’aiuto della tecnologia è semplicissimo fare delle donazioni a queste Onlus in totale sicurezza e basta seguire le indicazioni presenti sui siti delle varie associazioni. Un’altra opzione percorribile per fare del bene al prossimo è quella del volontariato. Anche in questo caso basta scegliere il tema che più sta a cuore e selezionare l’associazione che si ritiene più competente e affidabile fornendo il proprio tempo e impegno senza aspettarsi nulla in cambio. Ovviamente, essendo su base volontaria non ci sono orari o vincoli da rispettare, basta dedicare una porzione del proprio tempo libero – più o meno grande – alla causa prescelta.
Fare beneficenza fa bene alla salute
Donare o fare volontariato porta dei benefici anche a chi si dedica a questa attività altruistica: questo è quanto sostenuto dall’Università della California, secondo la quale la beneficenza aumenta la felicità di chi dona. E’ una questione fisica, legata all’aumento del rilascio di ormoni quali le endorfine. Fra le altre cose, i benefici della gentilezza e dell’altruismo diventano pure un’ottima valvola di sfogo per lo stress e una miniera di ossitocina: un ormone che ci aiuta a socializzare con gli altri, aumentando l’empatia.
Il sondaggio di Pollfish
Un sondaggio condotto da Pollfish ha come obiettivo stabilire la generosità degli italiani e stilare una classifica delle Regioni più generose. Il sondaggio – che parte dalla domanda “cosa faresti se vincessi 5 milioni di euro alla lotteria?” – attraverso un punteggio ponderato che si basa sulle risposte di coloro che non donerebbero nulla, una piccola parte, una grande somma o la cifra intera della vincita, ha fatto emergere che gli emiliani sono le persone più generose d’Italia con un punteggio di 8,6, seguiti a distanza dall’Abruzzo che ha totalizzato 6,2 punti. Chiude il podio la Campania con 6,1. Al contrario, i cittadini meno propensi a destinare parte di una eventuale vincita alla lotteria in beneficenza sono quelli della Valle d’Aosta che hanno realizzato un punteggio di 0,1. Molto vicino anche il Molise che ha fatto registrare solo 0,2 punti. Infine, il terzo posto delle Regioni ‘meno generose’ è stato conquistato dal Trentino (0,3).
Inoltre, i risultati del sondaggio evidenziano come i giovani tendano a donare in beneficenza più delle generazioni economicamente attive. Stimolante anche che i giovani pensino, molto più delle persone adulte, alla propria istruzione e a quella dei loro figli. Sono tanti, infatti, coloro che investirebbero parte della vincita in borse di studio universitarie. In questo senso, un dato interessante è che più di una persona su 5, nel gruppo di età che va dai 18 ai 54, non donerebbe nulla ma, tra quelli più giovani (18-24) solo una persona su 10 ha dato questa risposta. L’indagine di Global Trend in Giving ha confermato questo dato: sono le donne quelle più propense a donare ma se analizziamo le fasce d’età la generazione X e i millennials sono più propensi a donare rispetto ai baby boomers, cioè coloro che hanno superato i 54 anni d’età.
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