Un fortino dello spaccio: droga anche ai minorenni. Maxi operazione dei Carabinieri: “Giro da mezzo milione, neanche il covid li ha fermati”

(di Christian Diociaiuti) Un giro di narcotraffico da oltre mezzo milione di euro smantellato dai Carabinieri di Rieti (con quelli di Torino) a Poggio Moiano, nel cuore del paese e nei dintorni: maxi operazione – con tanto di elicotteri – dell’Arma, su richiesta della Procura di Rieti che ha portato a 13 misure cautelari di diversa natura (7 in carcere, 5 ai domiciliari e uno con obbligo di firma). Tutti italiani tranne uno (rumeno). Molti degli imputati sono pregiudicati, alcuni incensurati o con semplici pregiudizi di polizia. Nove persone sono di Poggio Moiano: “Sfruttavano la conformazione del territorio che ben conoscevano, magari tramite vedette o webcam. Pronti a disfarsi dello stupefacente. Avevano realizzato una sorta di zona franca, per spacciatori e assuntori” spiega il Tenente Colonnello Matteo Branchinelli, a capo del Reparto Operativo.

“Poggio Moiano è il centro nevralgico delle attività e delle investigazioni, che abbiamo cercato di interrompere per quanto concesso dalla legge. I Carabinieri di Poggio Mirteto hanno raccolto le segnalazioni dei cittadini che si sono accorti di quanto stesse accadendo” ha spiegato il comandante dei Carabinieri provinciali, Valerio Marra, in una conferenza stampa con la Procura di Rieti indetta al Comando Provinciale dei Carabinieri. “Il covid non ha fermato lo spaccio” aggiunge Marra, con l’operazione avviata praticamente nel 2021. Oltre a Poggio Moiano, coinvolte anche Mompeo, Castelnuovo di Farfa, Fiano Romano, Casaprota.

In azione per gli arresti 80 Carabinieri, a margine di una lunga attività di osservazione, controllo e pedinamento. Tutto al vaglio ora del giudice delle indagini preliminari. Hashish, marijuana, ma soprattutto cocaina: la droga arrivava da Roma, in particolare dal sud della Capitale, Ponte Di Nona e Casal Bruciato. Ci sono anche 40 denunce, di persone che a vario titolo supportavano il giro di spaccio. “Abbiamo effettuato anche dei sequestri, di stupefacenti e bilancini. Centinaia di migliaia di euro di proventi: accertati centinaia di episodi di spaccio per 290mila di hashish e 150mila di cocaina in questo caso” spiega Salvatore Beneduce, alla guida della Compagnia Carabinieri di Rieti. Tra gli assuntori anche minorenni: il più piccolo ha 16 anni. I Carabinieri hanno ascoltato oltre 100 assuntori, per carpire più informazioni possibile. Anche perché la “roba” (coca), la lei (marijuana) o il lui (hashish), come la chiamavano su WhatsApp, veniva acquistata e venduta tramite sistemi di messaggistica.

“Le istituzioni ci sono, non si perda la speranza – dice Cristina Cambi, sostituto procuratore da poco tornata in città – Un’attività, quella dei Carabinieri, di grande sacrificio: hanno operato in zone dove non è facile non essere visti o riconosciuti. Preoccupati per lo spaccio nel Reatino? Il controllo e l’attività ci sono sempre stati, in una situazione costante” chiarisce il magistrato.

LA NOTA DEI CARABINIERI

Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Rieti hanno portato a termine un’importante operazione di servizio finalizzata al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio della “Sabina” dando esecuzione a 13 misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Rieti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha condiviso pienamente le risultanze investigative raccolte dai militari dell’Arma.

L’operazione ha visto impegnati circa 70 Carabinieri del Reparto Operativo di Rieti e delle Compagnie del capoluogo, di Poggio Mirteto (RI), Cittaducale (RI), Monterotondo (RM) e Torino Mirafiori, supportati da un velivolo del 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e da unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Roma.

I provvedimenti cautelari scaturiscono da articolata attività d’indagine condotta dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Rieti e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rieti, con la collaborazione della Stazione di Poggio Moiano, in merito ad un vasto fenomeno di spaccio di droghe quali cocaina, hashish e marijuana, nei Comuni di Poggio Moiano, Rieti, Casaprota, Mompeo, Castelnuovo di Farfa e Fiano Romano (RM).

L’attività investigativa, immediatamente intrapresa a seguito di molteplici segnalazioni pervenute all’Arma da parte di alcuni cittadini, ha consentito di accertare la presenza di proficue attività connesse alla vendita di sostanze stupefacenti, gestite da vari soggetti dimoranti tra le province di Rieti e Roma i quali erano riusciti a creare delle floride piazze di spaccio. Le caratteristiche degli agglomerati urbani di Poggio Moiano, Casaprota, Mompeo, Castelnuovo di Farfa e Fiano Romano, caratterizzati da centri storici molto raccolti, non facilmente raggiungibili se non a piedi, garantivano la clandestinità e la riservatezza delle azioni di spaccio, rendendo particolarmente difficoltoso un eventuale intervento da parte delle forze dell’ordine. Ciononostante l’indagine, effettuata anche mediante attività tecniche e supportata da numerosissimi servizi di osservazione, pedinamento e controllo di tipo tradizionale, ha consentito ugualmente di documentare numerosi episodi di vendita di varie tipologie di droghe, verificatisi anche nel periodo di lockdown connesso alla pandemia da Covid-19.

Gli indagati, tutti italiani ad eccezione di uno di nazionalità rumena, si approvvigionavano dello stupefacente direttamente dalla capitale e, più nel dettaglio, dai quartieri di Ponte di Nona e Casal Bruciato, per poi rivenderlo in Sabina.

Vastissimo il giro d’affari, con introiti per centinaia di migliaia di euro, e il numero dei clienti, tra i quali, purtroppo, numerosi minorenni.

Le prenotazioni della sostanza stupefacente e le specifiche modalità di dettaglio per la successiva vendita venivano, in molti casi, concordate tra cliente e spacciatore attraverso lo scambio di messaggi tramite social network quali WhatsApp, Telegram e Messenger. Nei messaggi e nelle telefonate che precedevano lo spaccio, le varie sostanze stupefacenti venivano indicate con termini criptici, allo scopo, poi disatteso, di eludere eventuali intercettazioni poste in essere dalle forze dell’ordine: venivano utilizzati noti marchi automobilistici oppure termini quali “birra”, “pizza”bobine” etc.

Le 13 misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria hanno riguardato tutti uomini di età compresa tra i 23 e i 47 anni e sono così suddivise: 7 custodie cautelari in carcere, 5 arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Durante l’esecuzione dell’ordinanza del G.I.P., sono state effettuate perquisizioni personali e domiciliari a carico degli indagati a seguito delle quali sono stati rinvenuti 4 grammi di cocaina, 4 etti di hashish e vari bilancini di precisione.

Nel corso dell’indagine, resa ulteriormente difficoltosa a causa delle stringenti misure all’epoca poste in essere per il Covid-19, si è proceduto a:

  • arrestare in flagranza di reato 3 persone in quanto indagate del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio;
  • sequestrare circa 500 grammi tra cocaina, hashish e marijuana, per un numero stimato di 15.000 dosi;
  • verbalizzate le dichiarazioni di oltre 100 acquirenti, che hanno riferito di aver proceduto a numerosi acquisti dai soggetti indagati;
  • documentare degli introiti riconducibili all’intera attività di spaccio pari ad oltre 000 Euro per la cocaina e 290.000 Euro per hashish e marijuana.

Foto: Gianluca Vannicelli ©

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