Fit-Cisl Lazio, In occasione del 4 ottobre un evento dedicato alla tutela degli ultimi a Greccio “Oggi, 4 ottobre, giornata di San Francesco, abbiamo deciso di raccoglierci nei pressi del Santuario di Greccio, dove il patrono d’Italia ha inventato il presepe, per rivitalizzare la nostra missione: tutelare i più fragili, custodire la coesione sociale, promuovere il dialogo rispetto al conflitto, fare in modo che si guardi insieme verso la stessa direzione. Si tratta di un ruolo che in un certo qual modo condividiamo con la Chiesa, e di cui San Francesco, Don Milani e Papa Francesco incarnano importanti esempi.
La proposta della Cisl sull’introduzione di sistemi partecipativi va nella direzione indicata da questi grandi personaggi: costruire una società più equa, più collaborativa, in cui ognuno sia valorizzato”. È quanto ha spiegato il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, nel corso del suo intervento introduttivo al convegno “La tutela degli ultimi: il messaggio di San Francesco e Don Milani e l’azione sindacale”, che si è tenuto questa mattina all’Oasi di Greccio. L’evento si è aperto con la presentazione del libro “Hai nascosto queste cose ai sapienti. Don Lorenzo Milani, vita e parole per spiriti liberi” da parte dell’autore, Riccardo Cesari, ordinario dell’Università di Bologna e membro del consiglio dell’Ivass. Il Professore ha parlato della figura di Don Milani non soltanto come religioso, insegnante, appassionato pensatore, ma come portatore di una visione dell’economia che restituisca possibilità e dignità a chi è senza voce. Da qui un ragionamento sul fatto che il Pil italiano negli ultimi 25 anni è cresciuto, così come la produttività del lavoro, ma gli stipendi sono restati fermi: Cesari ha sottolineato la necessità di invertire questa tendenza, puntando a un sistema più inclusivo per tutti. È stata poi la volta del Vescovo di Rieti, S.E. Vito Piccinonna, che ha sottolineato il fatto che la povertà più grande ha un nome, ed è “solitudine”.
Secondo il Vescovo serve un senso di missione per far sì che la società non si componga soltanto di tante belle tessere, che tuttavia non si integrano in un mosaico, e va ricostruita una sorta di “grammatica” umanitaria comunitaria, in cui si riscopra il senso, il gusto e la possibilità del lavoro, dell’amore e del tempo libero. A seguire l’avvocato Valdemaro Baldi, autore di un libro sulle affinità e le convergenze tra Francesco D’Assisi, Don Milani e Papa Francesco, ha avviato una riflessione sulla sacralità del lavoro, che è stato proclamato ‘categoria teologica’ da Papa Francesco nel 2015. Per Baldi, secondo i testi biblici il lavoro è un compito affidato all’uomo per creare il bene, e in quanto tale un dono e una grazia da orientare al benessere collettivo. Il segretario regionale della Cisl del Lazio, Luca Bozzi, ha successivamente citato una splendida frase di Don Milani: “non vedremo sbocciare dei santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale”. Il formatore del Centro Studi-Fondazione Tarantelli della Cisl, Enzo Marrafino, ha ricordato la teoria della “capacitazione” di Amartya Sen, assonante con il ruolo non paternalistico di Don Milani, un uomo che ha dato gli strumenti ai più fragili per camminare sul loro personale percorso con dignità. Le conclusioni dell’evento sono state affidate al segretario generale della Fit-Cisl nazionale, Salvatore Pellecchia, che ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime dell’incidente di Mestre. Il sindacalista ha poi citato l’interrogativo di Hannah Arendt, su cosa succeda in una società fondata sul lavoro quando il lavoro viene a mancare, e ha sottolineato l’importanza di costruire un’Italia che non vada a due velocità e in cui le problematiche siano prevenute attraverso sistemi partecipativi.
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