Forum dell’indipendenza italiana: c’è l’incontro il 20 settembre

Mercoledì 20 settembre alle ore 18.30, presso la sala convegni del Hotel Serena, Area Rieti, tra le associazioni promotrici di Orvieto 23, presenterà il manifesto che è stato lanciato al termine della due giorni umbra, con Gianni Alemanno, portavoce del Comitato Fermare la guerra e primo firmatario del Manifesto. “Viviamo una stagione economica e sociale estremamente drammatica” ha dichiarato Chicco Costini, portavoce di Area Rieti “Il susseguirsi di crisi mondiali, dalla pandemia alla guerra russo ucraina, stanno conducendo l’Italia, e più in generale l’Europa, verso il declino. Mentre il nostro continente è insanguinato da un conflitto del quale non si vede il termine, in buona parte provocato da politiche espansionistiche della NATO, e le nazioni europee, Italia in testa, seguendo pedissequamente i desiderata degli U.S.A. a trazione democratica, rimangono incardinate in una visione unipolare del mondo, le restanti potenze extra occidentali vanno costruendo un nuovo equilibrio multipolare, in cui la sovranità nazionale e la difesa dell’identità tornano ad essere centrali. L’allargamento dei cosiddetti BRICS, svincolati economicamente e politicamente dall’influenza degli USA, stanno marginalizzando le nazioni europee, sempre meno influenti negli scenari mondiali”.

“La crisi del modello liberale – aggiunge Costini – predominante in occidente, incapace di garantire un’equilibrata distribuzione della ricchezza, sta provocando una concentrazione del potere finanziario in una cerchia ristrettissima di super ricchi, che influenzano le scelte dei governi, delegittimando sempre più la sovranità popolare. Nel frattempo la maggioranza della popolazione tracima sempre di più nella povertà, trasformando la quotidianità in una continua battaglia per la sopravvivenza, priva di prospettive future. In questo quadro la comunità europea, invece di affrontare con determinazione la crisi e di cercare di costruire un nuovo ruolo per il nostro continente, si occupa di soddisfare i capricci di minoranze organizzate, le cui richieste diventano preminenti rispetto ai bisogni della maggioranza. In Italia sempre più la maggioranza della popolazione dimostra la sua volontà di cambiamento, rispetto alle scelte imposte dal pensiero unico dominante. Istanza di cambiamento che aveva portato l’attuale centro destra, ed in particolare l’attuale premier, ad ottenere successi elettorali, inimmaginabili solo qualche anno fa. Istanze che ad oggi sono state in gran parte tradite. Non si può infatti cambiare senza mettere in discussione la principale causa del declino economico e valoriale dell’occidente, ovverosia senza mettere in discussione il liberismo e il modello di globalizzazione che ha imposto negli ultimi decenni. L’invasione di migranti, provocato dallo sfruttamento capitalista dei paesi del terzo mondo, saccheggiati dalle multinazionali occidentali, la trasformazione delle periferie urbane in terre di nessuno, dove vige la legge del più forte in un’anarchia barbarica, dove il convivere di differenti etnie costrette a lottare per la sopravvivenza, provoca una profonda insicurezza nelle persone, ritrovatasi dall’oggi al domani a dover vivere scenari quotidiani di violenza costante, in assenza di uno stato in grado di arginare la prepotenza delle bande organizzate”.

“Parallelamente la crisi economica ha visto la classe media, da sempre asse portante della nostra società, precipitare in una spirale di impoverimento – continua la dichiarazione – che non vede fine, mentre multinazionali, banche, speculatori sono usciti dalle varie crisi sempre più ricchi e potenti. La pandemia, su spinta di Big Pharma, ha visto ridurre gli spazi di libertà individuale, imponendo una vera e propria dittatura scientista, alimentata dalla paura e da una propaganda unilaterale, che ha visto emarginare qualsiasi voce dissenziente in una dimensione di nemico del bene che non ha precedenti nella storia. L’attuale governo, che in campagna elettorale aveva posto al centro dell’attenzione proprio queste tematiche, sembra oggi uniformarsi alla volontà del pensiero dominante, preoccupato di essere delegittimato dalle élite tradendo di fatto il mandato che era arrivato con il voto. Se la sinistra italiana ed europea è da decenni al servizio del grande capitale, ed ha abiurato alla difesa dei diritti sociali, individuando nella battaglia per i cosiddetti diritti umani (nella gran parte istanze di ricche minoranze organizzate) la propria missione politica, la destra ha improvvisamente dimenticato la propria vocazione sovranista ed identitaria, nel tentativo di legittimarsi nei salotti buoni dell’intellighenzia liberale”.

“Per questo oggi si sente la necessità di dare vita ad un movimento che dia risposta alla richiesta di cambiamento che proviene dalla società quella richiesta di ritorno ad una normalità, intesa come sentire comune, che giorno dopo giorno cresce nel popolo. Oggi è necessario tornare a costruire un progetto politico e sociale alternativo a quello dominante, affrontando le sfide che il presente ed il futuro ci sta ponendo davanti. Per questo da Orvieto, e da mercoledì da Rieti, lanciamo un appello a quanti vogliano tornare a impegnarsi per la propria comunità , superando le proprie storie d’origine, senza rinnegare nulla della propria storia ma con la consapevolezza che oggi è necessario costruire un nuovo modello di riferimento, in grado di arginare il declino nichilista che caratterizza la nostra epoca. Un movimento non contro qualcuno, ma per tronare ad un sognare un futuro migliore per la nostra Patria” conclude Costini.

Foto: RietiLife ©

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