Si è conclusa ieri la prima esperienza reatina “Laboratorio Cittaducale. La rigenerazione dei Borghi”, ideata dall’Ordine degli Architetti di Rieti insieme all’associazione Atelier Appennini che ha scelto come laboratorio la Città di Cittaducale ed il suo territorio.
Nei quattro giorni di lavoro nel Palazzo della Comunità messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale, sono stati affrontati diversi temi da gruppi di architetti provenienti da diverse province, guidati da note personalità nel mondo dell’Architettura.
L’architetto Pino Pasquali – coordinatore dell’associazione Atelier si è occupato della valorizzazione della chiesa di Santa Maria in San Vittorino a Cotilia. Chiesa del ‘600 sprofondata con un fiume all’interno, già ispiratrice del regista russo Tarkovskij, è stata pensata come un luogo dove il visitatore può guardare dentro sé stesso, uno spazio di riflessione in cui la nascita, la vita e la morte sono i momenti nei quali l’essere umano si trova a rileggere il proprio Io. Una Passerella in acciaio ne garantisce la fruibilità in sicurezza e l’installazione di quadri e sculture aiutano il momento di introspezione.
L’architetto Carlo Pietro Pellegrini ha studiato un isolato abbandonato al centro di Cittaducale, immaginando di inserire un laboratorio della conoscenza con spazio di confronto e di esposizione. Dopo un’analisi attenta dei modelli architettonici e degli elementi costruttivi (portali, finestre, volte, gronde, etc) ha proposto un manuale del restauro come linea guida per gli interventi di recupero degli edifici esistenti in modo da garantire l’identità architettonica del contesto urbano.
L’ architetto Gianluca Peluffo ha studiato la Falesia di Grotti riuscendo con pochi gesti a valorizzare il luogo attraverso l’allestimento di illuminazione e proiezione di pitture rupestri e la sistemazione di un percorso; una realtà poco conosciuta che viene portata all’attenzione di tutti.
L’architetto Beniamino Servino si è cimentato nella rilettura della piazza di Cittaducale, cercando di restituire la vivibilità e l’intimità dello spazio attraverso la realizzazione di uno “spazio turrito”: finte torri merlate – trasparenti e vuote – inserite nella piazza, ospitano alberi e altre funzioni creando ambienti molto riservati ed ospitali.
L’architetto Nicola Tramonte ha invece lavorato sul miglioramento della fruibilità ed accessibilità delle Terme di Vespasiano, immaginando un percorso con lame di luce che renda chiaro il percorso di fruizione ed inserendo all’interno della vasca uno spazio teatrale con elementi di arredo in legno molto semplici e rispettosi della delicatezza del contesto storico culturale.
Molto soddisfatto il Sindaco Leonardo Ranalli e l’assessore alla Cultura Alessandro Cavallari nel vedere come con due giorni di lavoro effettivo siano state proposte idee molto concrete che impreziosiscono le bellezze presenti e le rendendo mète turistiche.
In qualità di Presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Rieti mi preme ringraziare tutti i colleghi che si sono impegnati a garantire l’ottima riuscita dell’evento. Siamo riusciti a mettere a confronto la stasi e la piattezza del nostro operare quotidiano con le pastoie burocratiche da sconfiggere, con la visione anche un po’ folle grazie alla quale i nostri ospiti ci hanno suggerito che per far crescere un territorio si devono anche poter raccontare sogni, illusioni e sentimenti che arrivino a tutti.
È una ricetta nuova e di sicuro valore da riproporre in altre realtà per promuovere il nostro territorio, soprattutto le aree interne che da sempre vivono maggiori difficoltà.
Un sentito ringraziamento va a tutti gli Architetti iscritti al laboratorio che hanno collaborato attivamente alla produzione e allo sviluppo delle idee progettuali contribuendo con il loro impegno alla qualità dei lavori elaborati.
Non da ultimo, un ringraziamento va agli sponsor che hanno creduto nella novità dell’iniziativa.
Foto: RietiLife ©