(ch.di.) Niente finale nel lungo per Mattia Furlani, il lunghista reatino delle Fiamme Oro cresciuto nella Studentesca che ai mondiali di Budapest – gli stessi che ieri sera hanno regalato l’oro a Tamberi – si presentava, a 18 anni, come campione europeo U20 del lungo. Tre soli salti per il giovane poliziotto allenato dalla mamma Kathy e dal papà Marcello: nono nel suo gruppo e 17esimo della qualificazione, non è riuscito a strappare il pass per la finale di domani.
Il migliore è stato 7,85 con 0.1 di vento in faccia. Al primo salto un 7,66 (-1.1) e un 7,47 (+0.1). Salti decisamente sotto i suoi standard (ha 8,24 di personale fatto quest’anno e un 8,44 ventoso), in cui avrà giocato sicuramente un ruolo il debutto in una manifestazione di livello mondiale, che peraltro in qualificazione dà poco spazio ad errori o rodaggi. Per per Furlani la stagione continua con eventuali partecipazioni ad altri eventi internazionali e il pensiero fisso, già annunciato, di voler partecipare oltre che agli Europei di Roma nel 2024, anche alle Olimpiadi di Parigi. Insomma, da Budapest resta una grande esperienza che non può che arricchire il bagaglio di un atleta che non è più una promessa, ma una certezza. “Un’esperienza, si pensa alle prossime. Ero mentalmente scarico da Gerusalemme, non c’è stato il picco” il commento a RaiSport del saltatore.
Foto: Grana/FIDAL © Budapest