(ch.di.) A Contigliano da stasera, 3 agosto, fino a lunedì 7, si torna nel 1500. C’è l’Assalto al Castello: il borgo di Contigliano Alta si accende per cinque notti con taverne, spettacoli, la tradizionale Filomena e il Palio dell’Ariete che il 7 agosto incoronerà il rione vincitore sulla salita di Porta dei Santi. Proprio il Palio rievoca i fatti – neri – del 1501, quando il condottiero Vitellozzo Vitelli mise a ferro e fuoco il paese che si rifiutò di foraggiare la sua spedizione. Il nome di una porta del paese, Codarda, è dovuto al suo cedimento immediato sotto i colpi dell’armata di Vitellozzo. Saranno sere vive tra le pittoresche vie di Contigliano Alta: taverne con menù tipici, i colori dei rioni, spettacoli a tema tra arcieri e mangiafuoco e molto altro (il programma è visibile QUI). La sera del 7, il Palio dell’Ariete, come da tradizione, per rievocare i fatti del 1501, l’appuntamento clou e conclusivo della rassegna. Ogni sera, a tarda ora, il ritmo della “passatella” dei bicchieri di vino, darà il ritmo: un gioco, una sfida, una grande tradizione al canto di “Filomè, Filomè, voglio stare insieme a te, sul sofà, sul sofà, con lo zigolo zigolo zà” e tutte le divertenti e complicate varianti per indurre i partecipanti in errore e, dunque, pagare pegno (bevendo!).
La storia: “Nell’agosto del 1501 Vitellozzo Vitelli, condottiero alle dipendenze di Cesare Borgia, dopo essere stato per diversi giorni accampato con i suoi armigeri sotto le mura di Contigliano, assalì il castello. Stando alla descrizione dell’evento redatta pochi giorni dopo dal notaio orvietano Ser Tommaso di Silvestro, al rifiuto della popolazione locale di somministrare vettovaglie ai soldati, seguì il lancio di un sasso da parte di una popolana. Fu così che Vitellozzo “…immediate fece dare la bactaglia et preselo per forza et entró in quel luoco, dove stava quella donna che gle diede, et la prima morta fu quella donna et entrando dentro de suoj gente admazzaro 127 homini et quattro donne quasi non ce rimase più homo excepti quelle erano gite fuore et mise ad saccomando lo decto castello…“. Da questa vicenda prende vita l’appuntamento annuale che tenta di rievocare, oltre al reale svolgimento dei fatti sommariamente descritti, scenari di vita quotidiana dell’antico borgo.
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