Lo spirito con cui ci si sta muovendo per tutelare l’ambiente e la comunità di Borgorose non è quello giusto. In questo senso, la recente presa di posizione di alcuni esponenti del PD (leggi) è decisamente fuorviante e mistificatoria.
Il tentativo di addossare al neopresidente della Regione Lazio Francesco Rocca la responsabilità di un iter amministrativo di autorizzazione iniziato diversi anni fa e che ha portato alla “determinazione dirigenziale” che dà parere positivo all’apertura della cava estrattiva è una manipolazione della realtà dei fatti. Posizioni urlate e intempestive che hanno un sapore strumentale e che non si preoccupano neppure di nascondere sterili obiettivi politici, risultando di nessuna utilità. Eppure nessun esponente del PD regionale è intervenuto con la stessa solerzia quando gli uffici della Regione, negli anni in cui è stata guidata dal centrosinistra, autorizzavano in completo contrasto con la volontà dei cittadini e delle istituzioni locali un mega digestore nel territorio di Civitavecchia o una mega discarica in quello di Arlena di Castro, solo per fare alcuni dei numerosi esempi possibili, anzi, quei pochi interventi registrati erano tutti orientati a rimarcare il principio di distinzione delle funzioni di indirizzo politico dalle autonome funzioni di gestione attribuite ai dirigenti.
Se vogliamo vincere questa battaglia per la tutela dell’ambiente del nostro splendido comprensorio dobbiamo mostrarci uniti e perseguire con onestà intellettuale l’obiettivo, tralasciando le appartenenze politiche e la demagogia. Da parte mia, nel ribadire il mio no alla cava di Pietra Ritta, come consigliere regionale rappresentante del territorio confermo il mio impegno a battermi contro l’apertura attivando ogni iniziativa utile e percorrendo ogni strada legale per annullare l’efficacia della Determinazione dirigenziale che ha concluso l’iter amministrativo di autorizzazione, compresa quella intrapresa dal Comune di Borgorose su indicazione dell’ASBUC di Torano, il quale ha informato la Direzione regionale circa l’esistenza del vincolo di uso civico su tutte le particelle oggetto della suddetta determinazione, il che invaliderebbe l’atto.
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