21 donne, tutte diverse tra loro per formazione e appartenenza, che compirono il “miracolo”: agire unite per superare le barriere invalicabili delle ideologie e dello stretto controllo dei loro partiti spesso ostili alla loro presenza. Forti delle esperienze vissute durante la guerra – molte di loro erano state partigiane – e della consapevolezza del proprio genere, le donne che parteciparono ai lavori dell’assemblea costituente riuscirono ad affermare princìpi che ancora oggi ,dopo 75 anni, dobbiamo vedere concretizzati: parità salariale, tutela della maternità, autodeterminazione, lotta alla violenza.di genere.
La prof. Fiorenza Taricone, docente dell’Università di Cassino, nella sua conferenza di presentazione della mostra “Le madri della Repubblica” ha raccontato a Mompeo la storia di quelle 21 donne: dalla giovanissima Teresa Mattei, che subì le violenze del carcere fascista a Bianca Bianchi, candidata socialista che raccolse più preferenze di Sandro Pertini, fino alla reatina Elettra Pollastrini e a Ottavia Penna Buscemi, unica deputata dell’Uomo qualunque che fu anche allora l’unica candidata donna alla Presidenza della Repubblica.
Conoscerle attraverso i pannelli (e i video richiamabili via QR Code) della mostra è una scoperta necessaria.
E’ la prima tappa del progetto “Dov’è la mia via?” promosso dai Comuni di Mompeo, Montenero Sabino e Casaprota in collaborazione con l’Associazione Toponomastica femminile e la Società Italiana delle Storiche e finanziato dalla Regione Lazio.
Il progetto vuole scrivere la storia delle donne nelle rispettive comunità e individuare figure a cui intitolare luoghi e spazi pubblici. Per questo si è scelto di partire dalle origini della democrazia, per conoscere le protagoniste scomparse dai manuali di storia e dal nostro immaginario collettivo. “Perché, come ha ricordato Fiorenza Taricone, se non sei nominata non esisti. ”
Michela Cortegiani, sindaca di Mompeo, ha aperto i lavori ringraziando la banda di Mompeo che ha accompagnato l’omaggio ai caduti e la professoressa Fiorenza Taricone che ha accompagnato l’apertura della mostra.
Lavinia De Cola, sindaca di Montenero Sabino, ha rivendicato l’orgoglio del fatto che proprio sul tema della parità di genere si sia avviato un percorso di collaborazione tra piccole comunità che vogliono contribuire alla crescita civile.
Cosimo Mastrorocco, sindaco di Casaprota, ha dichiarato la volontà di allargare sempre più i rapporti di collaborazione con gli altri comuni per moltiplicare le potenzialità offerte ai cittadini dei nostri territori.
E’ toccato quindia Maria Angela Falà, vice sindaca di Mompeo, raccontare ai cittadini e alle cittadine intervenuti all’inaugurazione il progetto “Dov’è la mia via?” nato dalla constatazione che solo a Casaprota c’è una via intotolata a una donna e nessuna negli altri due comuni. Il progetto vuole portare con il coinvolgimento della popolazione alla riscoperta di donne “da ricordare” del territorio per intitolare loro una via o uno spazio pubblico in ogni Comune.
In questi mesi si lavorerà, insieme alle associazioni per raccogliere testimonianze, storie, documenti e interviste: a guidare il percorso saranno le docenti della Società Italiana delle Storiche.
Dopo l’estate saranno coinvolti anche i bambini della scuola di Casaprota e, grazie alla cooperazione dei comuni anche su progetti giovanili, anche ragazze e ragazzi saranno in prima linea nella scoperta di queste “fondamenta invisibili” delle nostre comunità.
La mostra, dopo Mompeo, farà tappa nelle prossime settimane a Montenero e a Casaprota con l’intervento di altre docenti.
Foto: RietiLife ©