Polemica attorno all’apertura di una cava a Torano di Borgorose. Le opposizioni, quella locale assieme al Pd di Rieti, si scagliano contro il riconfermato sindaco Mariano Calisse. Che replica alle accuse con un post.
Ma andiamo per ordine. “Il via libera all’apertura di una cava di 25 ettari per l’estrazione di sassi e ghiaia in località ‘Pietra Ritta’ a Borgorose è uno scempio per l’intero territorio e un affronto per la nostra comunità provinciale – dice il Partito Democratico Rieti – L’autorizzazione rilasciata dalla Giunta regionale di Rocca con la complicità del sindaco di Borgorose è uno schiaffo al buon senso, alla ragionevolezza e un ipoteca sul futuro di un territorio che del patrimonio storico-naturalistico dovrebbe fare il suo punto di forza e di attrattività. Come Partito Democratico della provincia di Rieti supporteremo con ogni mezzo e in ogni sede tutte le iniziative della minoranza nel Comune di Borgorose per cercare di fermare questo ennesimo atto di arroganza della destra. La Giunta Rocca, come tutte le istituzioni, ha il dovere di tenere nella giusta considerazione e avere il massimo rispetto dei territori più marginali e lontani dalla Capitale, come in questo caso, ma anche le giuste rivendicazioni dei cittadini laziali che la pensano diversamente e che, come nel caso del Gay Pride, si vedono discriminati dalla destra che governa la nostra regione.
“Il gruppo comunale di Un Comune per tutti, resta al fianco dei cittadini nella battaglia per il No alla Cava a Torano di Borgorose. È un fatto gravissimo quello che si è consumato ieri. Il Sindaco di Borgorose e la sua Giunta hanno deliberatamente inferto al territorio una grave ferita, di cui dovranno rendere conto alla cittadinanza, decidendo di non proporre ricorso contro la nefasta determinazione dirigenziale della Regione Lazio che ha autorizzato l’apertura di una nuova cava estrattiva a Torano – scrivono i consiglieri Del Gruppo Un Comune per tutti Daniela Giuliani, Marino Nicolai, Angelo Carducci, Francesco Giuliani – Il sindaco Mariano Calisse ha tradito i suoi stessi elettori, e violato gli impegni presi in campagna elettorale. Ricordiamo tutti le sue rassicuranti parole, per cui la cava a Torano non sarebbe mai stata aperta perché ferma era la sua opposizione, mentre ci bacchettava etichettandoci come allarmisti. Eravamo solo responsabili e non credevamo alle sue parole. Purtroppo avevamo ragione! Ci spieghino, oggi il sindaco e la sua Giunta, come intenderanno procedere, dato che nessun giudice potrà sindacare la legittimità della procedura seguita e disporne il suo annullamento. Noi non ci arrendiamo e ringraziamo il gruppo del Pd in Regione Lazio che ha presentato un’interrogazione scritta in Consiglio Regionale. Vogliamo vederci chiaro e vogliamo capire quali siano le responsabilità dell’amministrazione comunale e quale ruolo abbia avuto nell’assunzione di questa decisione scellerata. Proseguiremo nell’azione di sostegno ai cittadini e li supporteremo nella creazione di un Comitato, restando al loro fianco durante ogni forma di lecita protesta, in difesa del territorio e delle tradizioni locali affinché sia preservato l’ambiente vicino alla ‘riserva della Duchessa’ e la memoria di un antico luogo di sepoltura della popolazione degli Equi che verrebbe ‘spazzato’ via dalla Cava. Da oggi inizia la vera battaglia, che porterà alla richiesta delle dimissioni del Sindaco Mariano Calisse”.
“In merito al procedimento di una nuova cava a Torano – replica il sindaco Mariano Calisse – così come autorizzata dalla Regione Lazio abbiamo deciso di non presentare ricorso al Tar perché non c’erano le giuste condizioni e avremmo esposto il Comune a soccombere sia giuridicamente che economicamente. Come sempre stiamo lavorando in silenzio e nelle sedi opportune per difendere il territorio lasciando ad altri inutili e sterili polemiche così come fu per il biogas. C’è ancora una convenzione da scrivere ed è ancora tutta da accertare la piena proprietà dei terreni e li siamo sicuri che emergeranno le nostre ragioni”.
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