Questa mattina l’Anpi di Rieti e cittadini si sono ritrovati davanti il cippo di Quattro Strade per ricordare l’eccidio delle Fosse Reatine che vide il massacro di 15 partigiani italiani, avvenuto a Rieti da parte delle truppe tedesche proprio in un sabato Santo. Era l’8 aprile del 1944. I 15 partigiani vennero prelevati dal carcere di Santa scolastica e portati proprio in quello che oggi è il quartiere di Quattro Strade dove venne scavata una fossa dove un anno prima era caduta una bomba. Al termine del conflitto proprio per ricordare i martiri il luogo venne denominato “Fosse Reatine” e sul bordo della strada fu collocato un cippo con una breve iscrizione.
Più recentemente nel luogo dell’eccidio è stato costruito un monumento più grande, costituito da una croce e da una recinzione circolare che circondano il luogo dove vennero gettati i corpi degli uccisi. Oggi a ricordare quel giorno c’è anche una lapide; nomi delle vittime che proprio quest’anno grazie all’Anpi di Rieti è stata restaurata. Presenti alla cerimonia di questa mattina, nonostante la pioggia battente, molti rappresentanti dell’associazione nazionale partigiani di Rieti, il prefetto Gennaro Capo, il vice sindaco di Rieti Chiara Mestichelli e il presidente dell’Anpi Cosmo Bianchini oltre a tantissimi ragazzi. E sono stati proprio loro a leggere i nomi delle vittime dell’eccidio. Il Prefetto ha sottolineato l’importanza di “giorni come questo dove si ricordano i martiri che hanno combattuto e sono morti per darci la libertà. È bello vedere che ci siano tanti giovani e la raccomandazione che voglio fare a tutti, nessuno escluso, è che queste occasioni non vengano mai strumentalizzate perché appartengono a tutti noi”.
Il vicesindaco si è unito all’appello del prefetto ricordando l’importanza del gesto compiuto: “Dai giovani morti allora è da quelli presenti oggi. Questa lapide è il simbolo della lotta contro ogni discriminazione e ogni diversità“.
Foto: RietiLife ©