A volte ritornano: Cristian Bianchetti, ultracycler reatino di 46 anni, firma il suo quarto Everesting. Una sfida ciclistica mentalmente difficilissima, ma cosa è? Si chiama “Everesting” e consiste nello scalare una salita tante volte quante ne servono per arrivare a 8.848 metri, l’altezza dell’Everest. La salita,questa volta, è stata quella che da Vazia porta al paese Coccodrillo, una ascesa di 3km e 250 metri di dislivello con pendenze fino al 14%.
“Ho dovuto ripeterla 37 volte in 14 ore. Questo everesting è stato più difficile che infilare l’usb al primo colpo – dice Bianchetti – Pensato ieri, realizzato oggi. Partito con temperature di 2 gradi sotto lo zero è stata un’ottima prova per testarsi mentalmente sulla Race Across Italy di fine mese (una doppia Tirreno Adriatico di 775 km con 11.000 metri di dislivello). Dopo un Everesting al Terminillo, salendo per 8 volte in 13 ore da Lisciano a Campoforogna, dopo un Everesting a Poggio Bustone dedicato a Lucio Battisti e dopo un Everesting indoor sui rulli era la volta di usare questo ‘metodo di allenamento’ per testare nuovi elementi. Sono risalito in bici ad ottobre scorso dopo 3 anni di stop e lo ho fatto nel migliore dei modi, ovvero partecipando ad una gara di ultracycling in Sardegna di 800 km e 14.000 metri, e lo ho fatto nel migliore dei modi. Senza allenamento e con 15 kg di peso in più rispetto alla forma di un tempo; la testa c’era… l’ho finita… è ora di un nuovo tempo agonistico! Il 28 aprile sarò al via a Silvi Marina con i migliori atleti al mondo di specialità: un sogno per me! Molti mi chiedono a cosa si pensa mentre pedali tutte quelle ore per raggiungere gli 8848 metri dell’altezza dell’Everest.. provo a dirvelo. Ho pensato all’Aquila la notte di 14 anni fa, a questo freddo primo plenilunio primaverile, ai miei dubbi che hanno sempre ragione, a chi e a cosa devo lasciar andare per altre strade (tipo la mia Wilier che oggi ha un altro compagno), alla Race Across Italy di fine mese che mi toglierà il fiato ma mi farà vivere momenti unici con persone uniche. Ho pensato che siamo tutti sotto lo stesso cielo ma qualcuno pensa di stare sopra. Ho pensato che l’onestà torna sempre e che l’indifferenza uccide il mondo. Ho pensato che sono stato sbadato (direbbe De Andrè) a perdere 10 kg in 3 mesi, ho pensato a mia figlia che avrà sempre esempio con le azioni e non solo con le parole. Ho pensato che sono stato determinato, disciplinato, concentrato nell’allenarmi dopo questi 3 anni di stop, anni non bellissimi ma forse i più importanti nell’avere consapevolezza di avere spalle forti su cui contare. Ho pensato a come mi sono spronato, caricato, motivato… è stata dura; qualcuno mi ha accompagnato dolcemente, qualcun altro ha perso occasione per stare almeno in silenzio. Ho pensato all’inizio del mio secondo tempo, alle belle avventure ancora da sognare, ai nuovi progetti, alle sfide personali che mi aspettano viaggiando sempre ad una velocità sostenuta che non mi consenta di ascoltare chi è fermo con le 4 frecce a parlare del nulla. Ho pensato di coltivare quello che amo fare, ho pensato che non vale la pena perdere tempo con chi è distratto, ho pensato sicuramente di abbandonare tutto quello che non mi fa vibrare la spina dorsale. Poi ho pensato tanto a pedalare e.. ad ogni inizio salita ho pensato che sono fortunato ad avere al mio fianco una Donna più Forte di me!”.
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