Più di 100 persone, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, all’iniziativa “Salviamo il Velino!” organizzata da Postribù, Balia dal collare, Cittadinanzattiva Rieti e ARCI Rieti.
Grande partecipazione anche negli interventi, a testimonianza che Rieti non può fare a meno del fiume simbolo per la città e per l’intera provincia.
“Partendo dalle condizioni che hanno portato al disastro ambientale in atto lungo il fiume Farfa, sono state descritte le criticità che, in analogia con l’altro corso d’acqua emblema per la Sabina, stanno per compromettere anche i fiumi Peschiera e Velino – scrive Postribù – La multiutility quotata in borsa Acea S.p.a. ha, infatti, presentato un progetto di nuovo tronco acquedottistico che, anche modificando le opere di captazione dalle sorgenti Peschiera, comporterà nell’immediato un aumento di portata derivata pari a 1.300 litri al secondo che si andranno a sommare agli 8.700 litri storicamente captati. Ciò, congiuntamente agli effetti dovuti al cambiamento climatico, già sarebbe sufficiente a ridurre la portata di magra dei due corsi d’acqua a circa 5.000 litri al secondo, rispetto ai circa 9.000 litri che siamo abituati a veder scorrere nella Piana di San Vittorino e immediatamente dopo la Centrale idroelettrica di Cotilia.
Durante l’incontro pubblico si è quindi immaginato cosa accadrebbe se, in seguito alla realizzazione del raddoppio dell’acquedotto (con una capacità massima di 19.000 litri al secondo), si arrivasse a derivare 13.000 litri al secondo. E’ questa, infatti, la portata che, stando ai documenti di programmazione di Acea Ato2 S.p.a. e in seguito all’adeguamento di concessione, verrà captata per soddisfare le future esigenze dell’ATO2 Roma e dell’ATO1 Viterbo. Un prelievo che lascerebbe nel letto dei fiumi Peschiera e Velino appena 2.000 litri d’acqua al secondo (addirittura inferiore al Deflusso Minimo Vitale), se consideriamo che la stessa Acea S.p.a. a settembre 2022 rilevava una portata naturale in sorgente pari a 15.000 litri al secondo. Di fronte a questo scenario catastrofico, è compito prima di tutto della politica locale agire con tempestività, dato che sia il Sindaco di Roma sia il Governo continuano a negare che ci saranno aumenti di captazione. E dato che tutti sembra prendano per vero, senza alcuna verifica, quello che dice Acea S.p.a., perché per risolvere le criticità non si parla di utilizzare l’enorme quantità d’acqua che la stessa multinazionale dice di aver recuperato negli ultimi anni portando le perdite al 27%? E perché non si parla di restituire un po’ di questa acqua al fiume Farfa?
La verità è che dall’incontro è emersa una totale carenza di pianificazione da parte degli Enti pubblici. Pianificazione che dovrebbe dettare proprio la programmazione di opere tanto strategiche per una corretta gestione delle risorse idriche. Il 29 marzo scadono i termini per il rilascio dei pareri in conferenza di servizi e solo con un parere negativo da parte degli Enti locali coinvolti si potrà rimettere in discussione il progetto, vincolandolo quanto meno all’espletamento della obbligatoria Valutazione di Impatto Ambientale su tutte le captazioni che alimentano il Sistema Acquedottistico Peschiera-Le Capore. Infatti, solo rivedendo l’intero assetto concessorio in funzione di tutti gli obiettivi prioritari imposti dalla normativa, si potrà sperare di mettere veramente in sicurezza l’approvvigionamento idrico di Roma (e non solo!) e allo stesso tempo garantire il mantenimento degli ecosistemi fluviali che caratterizzano e rendono “vivi” i territori. Per info e petizione www.postribu.net”.
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