“Ricordate la famosa determina con cui il Comune di Rieti, nel novembre scorso, assumeva come collaboratrice dell’Ufficio stampa la dott.ssa Martina Di Lorenzo? Come opposizione contestammo a lungo quella scelta, ritenendo che ricadesse su una persona priva dei requisiti di legge per ricoprire tale ruolo; anche la stampa nazionale si interessò alla faccenda, tanto che l’Associazione Stampa Romana inviò perfino una diffida all’Ente. La maggioranza in questi mesi ha sempre rifiutato di portare l’argomento in Consiglio Comunale, nonostante le nostre interrogazioni. Del sindaco Sinibaldi si ricorda solo una replica stizzita su Facebook, a botta calda, in cui parlava di ‘legittimità di procedure e atti adottati dalla struttura amministrativa’. Oggi scopriamo che di quella legittimità, forse, nemmeno il Comune è troppo convinto” lo scrivono in una nota i consiglieri di opposizione Simone Petrangeli, Elena Leonardi, Gilberto Aguzzi, Arianna Grillo (Rieti Città Futura) Paolo Bigliocchi, Emiliana Avetti, Rosella Volpicelli (PD) Gabriele Bizzoca (T’immagini).
“Come spiegare altrimenti – sottolineano – la comunicazione interna del 2 febbraio (prot. 7975) inviata dal Dirigente del VII settore al collega del Settore Economico Finanziario e Patrimoniale, in cui si chiede la cancellazione dell’impegno di spesa collegato a quella determina? Il Comune in pratica dice a se stesso: la determina c’è, ma fate come se non ci fosse. E non sborsate un centesimo. Intendiamoci: tale comunicazione, benché non resa pubblica, ci rassicura e ci conforta, anche perché era in partenza un esposto alla Corte dei Conti per il possibile danno erariale derivante da quell’incarico. Non è mai troppo tardi per cambiare idea e per mettere in discussione il proprio operato, e la coscienza sporca a volte fa miracoli, ma viene da chiedersi se la vicenda si sarebbe conclusa allo stesso modo senza il clamore suscitato. E poi, se si è giunti al punto di fare retromarcia, cosa aspetta il Comune ad annullare direttamente la determina? Forse Sinibaldi pensa che ‘sconfessare’ se stesso tramite un atto pubblico darebbe troppo nell’occhio? Coraggio sindaco, manca quest’ultimo passaggio per mettere definitivamente una pietra sopra questa imbarazzante vicenda. Certo non guasterebbero anche delle scuse, ma ci accontentiamo”.
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