Caso Cipriani, più concreta l’ipotesi dell’archiviazione. La morte di Silvia senza un colpevole

(di Martina Grillotti – da RietiLife Free Press) Si riaccendono i riflettori sul caso di Silvia Cipriani, la 77enne reatina scomparsa lo scorso 21 luglio e ritrovata morta 70 giorni dopo in un bosco a Montenero insieme alla sua auto. Gli avvocati Luca Conti e Domenico Orsini della difesa di Valerio Cipriani (che resta ancora l’unico indagato ma anche parte lesa della vicenda) sono riusciti ad ottenere dalla Procura la restituzione della casa di Cerchiara al nipote. Una svolta che porta a pensare che il caso possa andare verso l’archiviazione senza alcun responsabile.  Anche perché dei risultati degli esami del dna, fatti sull’auto, sui resti ossei della donna e sulle due case di Rieti e Cerchiara confrontati con quelli degli attori principali della vicenda, non sono stati ancora trovati elementi rilevanti per proseguire nel caso.

A Largo Graziosi, dopo il ritrovamento delle ossa di Silvia Cipriani, sfilarono uno ad uno il nipote Valerio, la moglie Tamara come pure i genitori di quest’ultima, il cugino Francesco Cipriani e il fattore Leonino e poi ancora il raccoglitore di funghi che trovò l’auto e il suo meccanico: su di loro gli inquirenti si sono concentrati per trovare una quadra e per cercare di scrivere la parola fine su una storia che ha lasciato i reatini e gli italiani col fiato sospeso per mesi interi.

La casa di Cerchiara e tutte le pertinenze è di proprietà del nipote della vittima, ma abitualmente in uso alla zia Silvia, e proprio su quella casa, e sulle incongruenze del cancello aperto per giorni dopo la scomparsa della donna, si sono concentrate le indagini. Così come anche sulla casa di Rieti (in cui la donna passava saltuariamente) e nella quale, secondo alcuni, sarebbe passata anche il giorno della scomparsa, un’ipotesi mai verificata.

RietiLife, che ha seguito sin dal primo momento le indagini sulla scomparsa di Silvia Cipriani, ricostruì anche gli orari degli ultimi movimenti della donna, incongruenti come quella strada in cui è stata trovata insieme alla sua Palio grigia, una strada che non era nei consueti spostamenti della 77enne, una strada di campagna, insidiosa. Le uniche notizie certe sulle ultime ore di vita di Silvia Cipriani sono sempre rimaste ferme a giovedì 21 luglio (anche se l’allarme è scattato solo due giorni più tardi) con la visita al centro medico dalle 15.20 alle 15.46. Poi della donna non si sa più nulla. Un lavoro certosino, quello degli investigatori, che avrebbe dovuto portare ad una soluzione intorno all’inizio di gennaio. Eppure nulla è trapelato dalla Procura, né i risultati dell’autopsia sui resti – eseguita a inizio ottobre – tantomeno sui risultati del dna: tutto fa pensare all’imminente archiviazione. Ma la parola resta alla Procura, che in qualsiasi caso sarà chiamata a fornire tutti i dettagli in un punto stampa che tutti aspettano da tempo.

Foto: RietiLife ©

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