“Tutti gli edifici che si trovano a cavallo delle faglie attive e capaci (fac) devono essere trattati con le misure previste per quelli danneggiati, a partire dalla delocalizzazione”, così il Coordinatore dei sindaci del Cratere e sindaco del Comune di Pizzoli, Gianni Anastasio, parlando della decisione del Commissario alla Ricostruzione, Guido Castelli, di escludere dalla delocalizzazione le abitazioni agibili, ma ricadenti sulle faglie attive. Sono circa 50 i casi di edifici non danneggiati dal sisma, ma costruiti in sede pericolosa, nel solo Comune di Pizzoli (L’Aquila). La mappatura, conclusa a luglio 2022, riguarda le faglie di Norcia, Preci, Macerata, Ussita, Capitignano, Montereale, Barete, Pizzoli, Leonessa, Cittaducale, Rieti, Cantalice, Rivodutri e Ortolano di Campotosto. Lo studio ha dettato nuovi criteri per la ricostruzione. Per gli edifici danneggiati che si trovano sulle faglie attive è prevista la ricostruzione in altra sede, appunto la delocalizzazione. “Non possiamo lasciare che i cittadini vivano in edifici che, sebbene oggi siano integri, sono in una posizione di potenziale pericolo. Lo studio sulle fac è stato completato la scorsa estate e da subito ci siamo confrontati con l’ex Commissario Legnini sulla necessità di intervenire in questi casi di potenziale pericolo. Oggi rinnovo lo l’appello al nuovo Commissario per la parificazione del trattamento per ogni abitazione sulle fac. Si deve pianificare un percorso di prevenzione, con tutti gli enti locali, per quei cittadini che oggi sanno di trovarsi in una condizione di pericolo, ma che non sanno come poter affrontare e risolvere il loro problema da soli”, conclude Anastasio. Lo studio sulle ‘fac’ è rivelatore della condizione del sottosuolo. Le faglie attive e capaci rappresentano una pericolosità sismica aggiuntiva, in quanto in caso di sisma possono determinare un dislocamento della superficie topografica, danneggiando tutto quello che è stato costruito sopra.
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