(di Emiliano Grillotti) Furti nella notte, furti in appartamento, furti nelle attività commerciali. Furti, furti e poi furti. Ma non solo. Pusher arrestati, spacciatori beccati in flagranza. Italiani e stranieri. Nessuna distinzione nella delinquenza e nello spaccio ma unico filo conduttore: arrestati, portati in Questura o Caserma e poi rilasciati. Subito dopo rilasciati. Nella “peggiore” delle ipotesi ai domiciliari. E qui viene il bello, anzi il paradosso della situazione, sia chiaro non solo a Rieti.
Arrestato per spaccio da casa, ovviamente in flagranza, e poi ai domiciliari. Ora qualcuno dovrà spiegare, e non solo ai media, ma soprattutto ai cittadini e agli agenti e operatori delle Forze dell’Ordine come è possibile mantenere la sicurezza a queste condizioni. Ma c’è dell’altro. Si individuano i responsabili dei furti nelle attività, una banda di quattro persone, e questi vengono segnalati agli organi preposti da parte degli agenti e cosa si fa? Si aspetta una settimana o dieci, quindici giorni, per notificare arresti e/o convalidarli. Nel frattempo furti, furti nelle abitazioni e ancora furti nei negozi!
La legge Cartabia la conosciamo, le disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari ne sono il cardine, e soprattutto nessun comunicato dalle Forze dell’Ordine e nessuna comunicazione ai media: bocche cucite. Ma siamo nel 2023 e le cose vanno fatte (e si fanno) per poi comunicarle nei modi opportuni. Nei modi e nei tempi opportuni, caso Silvia Cipriani docet. Così non accade e soprattutto, a quanto pare, si perde del tempo prezioso lasciando un buco (è proprio il caso di dirlo) dove i malfattori galleggiano più o meno tranquillamente continuando a perpretare le loro azioni malavitose, spaccio o furti in questione. Le competenze tecniche per ammettere che c’è comunque qualcosa che non va non vanno oltre il comune senso civile dei cittadini che vedono la delinquenza dilagare inermi come lo sono evidentemente che deve giudicare. La colpa è di chi pattuglia la città? Dei poliziotti o dei carabinieri o dei finanzieri? Dal quadro dipinto e sopra riportato non si direbbe visto che “arrestiamo” un pusher che spaccia da casa e poi come pena lo “mettiamo” ai domiciliari. La giustizia di oggi e lo stato emotivo degli attori sopracitati meriterebbero una risposta: non scritta (magari dopo settimane), ci mancherebbe, ma essenzialmente nei fatti.
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