(di Christian Diociaiuti) Weekend (lungo) elettorale per Rieti e per il Lazio: due giorni per eleggere il nuovo Presidente della Regione Lazio e il consiglio regionale, composto da 51 membri. Rieti sarà rappresentata almeno da un consigliere, come vuole la legge regionale per i seggi legati alla circoscrizione. È rimandato ai premi di maggioranza e alla partita post voto degli assessorati, l’eventuale implemento di altri elementi provenienti dal Reatino nel cuore della macchina amministrativa regionale. Nel Reatino votano in 127mila, nella sola Rieti città sono circa 38mila le persone chiamate al voto. RietiLife darà costanti aggiornamenti sulle elezioni, ha dedicato uno speciale sul suo Free Press in edicola sabato 11 febbraio e per lunedì ha in programma una diretta per seguire lo spoglio, con interventi in diretta e aggiornamenti.
Innanzitutto: si vota domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15. Cosa serve per votare? Un documento di riconoscimento valido (carta d’identità, passaporto…) e la tessera elettorale. Chi l’ha persa, smarrita o semplicemente l’ha completata in termini di spazi liberi, può richiederla al suo comune. Gli uffici elettorali restano aperti durante le operazioni di voto QUI TUTTE LE INDICAZIONI PER RIETI
Per quel che riguarda il Reatino, sono tanti i candidati consiglieri che arrivano dalla città e dalla provincia o che sono collegati al territorio: qui tutti i candidati, le liste e il candidato governatore che sostengono TUTTI I CANDIDATI
Spiccano molti nomi noti e già attivi con incarichi amministrativi e/o politici. Ma ci sono anche diverse novità. Sono 5 i candidati governatori: Sonia Pecorilli per il Pci, Francesco Rocca sostenuto dalla coalizione di centrodestra, Rosa Rinaldi per Unione Popolare, Donatella Bianchi per M5S e Polo Progressista, Alessio D’Amato per la coalizione di centrosinistra (sono in ordine come li si trova sul manifesto ufficiale). Qui trovate il fac-simile della scheda che verrà consegnata ai seggi per la votazione, domenica 12 e lunedì 13 febbraio. LA SCHEDA ELETTORALE
Nelle ultime ore si è parlato di come votare e del disgiunto. Per la legge elettorale laziale, è una modalità possibile. E non è ovviamente l’unica. Come si vota? La legge regionale è chiara: se l’elettore vota solo per il candidato presidente, il voto non si estende alla lista o alle liste collegate; se l’elettore vota solo per la lista, il voto si estende anche al candidato presidente ad essa collegato; l’elettore può votare per una lista e per un candidato presidente collegato alla lista stessa; l’elettore può votare per una lista e per un candidato presidente non collegato alla lista stessa (voto disgiunto). L’elettore può esprimere una o due preferenze, scrivendo a fianco della lista prescelta, nelle apposite righe, il cognome ovvero il nome e il cognome dei candidati consiglieri regionali compresi nella lista stessa; se l’elettore esprime due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista se l’elettore indica due uomini o due donne verrà annullata la seconda preferenza.
Si vota anche in Lombardia, e a livello politico quella sull’asse Roma-Milano è una consultazione valide per gli assetti e le coalizioni di governo. Nel dettaglio, il sistema elettorale laziale prevede che, le liste che appoggiano il neogovernatore, ottengano un bonus di 10 seggi (su 50) ripartiti in maniera proporzionale. Dei 49 consiglieri (più Presidente e il secondo candidato presidente che ha ottenuto più voti), 30 sono eletti in liste circoscrizionali concorrenti, 10 con sistema maggioritario e i restanti 10 sono il frutto del premio di maggioranza. Nel Lazio, come in Lombardia, sono previste delle correzioni per far sì che ogni provincia elegga almeno un consigliere. Come ricorda Il Sole 24 Ore, il bonus di seggi non sempre garantisce al governatore la maggioranza (la cosiddetta anatra zoppa), come avvenuto per Nicola Zingaretti nel 2018: la migliore performance delle liste del centrodestra rispetto al centrosinistra garantì a quest’ultimo a inizio legislatura solo 24 seggi su 50. Ma il presidente, essendo eletto direttamente dai cittadini, non necessita di un voto di fiducia del consiglio per entrare in carica. Zingaretti riuscì anche a respingere una mozione di sfiducia, a causa delle divisioni nelle opposizioni, fino a quando l’accordo con il M5S riuscì a blindare la consiliatura.
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