Sembra essersi assorbito, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese, ma i nuovi shock economici incidono sulla dinamica delle imprese. E’ quanto emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio, relativamente all’anno 2022. Nel Viterbese, a fronte di 1.838 nuove iscrizioni, nell’anno che si è appena concluso sono state registrate 1.532 cancellazioni non d’ufficio, con un saldo positivo di 306 imprese, pari ad un tasso di crescita di +0,80. Nel Reatino la performance peggiora, anche se il dato resta positivo, con un tasso di crescita di +0,43, dovuto alle 714 iscrizioni al Registro delle Imprese camerale e alle 647 cancellazioni non d’ufficio, che hanno portato ad un saldo positivo nel 2022 di 67 unità. Le due province dell’Alto Lazio registrano una crescita in linea con la media nazionale (+0,79%) ma più lenta rispetto al resto della regione (+1,55%), trainata da Roma (+1,77%), Frosinone (+1,13%) e Latina (+1,04%). Analizzando le performance delle varie tipologie d’impresa spiccano su tutte le società di capitale che mettono a segno i risultati migliori, mentre negativi i risultati delle imprese individuali e, solo per Rieti, delle società di persone. Tali dati sembrano segnalare un irrobustimento del sistema imprenditoriale dell’Alto Lazio, che, grazie anche alle nuove norme di semplificazione, punta maggiormente su tipologie imprenditoriali maggiormente strutturate.
A livello nazionale, dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle Costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.
In tutte e quattro le macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2022 presenta risultati positivi ma più contenuti rispetto al 2021, con il Centro che fa segnare il maggiore ampliamento della base imprenditoriale (+0,9%) rispetto all’anno precedente. Tra le regioni, il Lazio si conferma quella più dinamica, con un tasso di crescita pari all’1,6% anche se in lieve rallentamento rispetto al 2021 (quando era cresciuta del 2,2%). Complessivamente nessuna regione fa meglio del 2021, con Marche e Molise che chiudono l’anno in campo negativo fecendo registrare rispettivamente un saldo di -929 e -45 imprese. Quanto ai settori, oltre alle costruzioni (+20.509) quelli che nel 2022 hanno fatto registrare gli aumenti maggiori nel numero di imprese registrate sono stati le attività professionali scientifiche e tecniche (+10.474) e i servizi alle imprese (+4.968). A chiudere in rosso, invece, sono stati il commercio (-8.756), l’agricoltura (-3.363) e le attività manifatturiere (-2.549).
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