“Le elezioni per il rinnovo della presidenza della provincia di Rieti, hanno messo a nudo l’incapacità di un’intera area politica, quella del fu centro sinistra, di creare e proteggere una nuova e auspicabile classe dirigente. Il metodo continua a perpetrarsi, ovvero, un atteggiamento di chiusura al dialogo, con possibilità di intervento sulle scelte strategiche, riservato a pochi fortunati”: lo scrive Alessio Angeluicci, consigliere comunale e provinciale di Laboratorio Politico Patto Civico Gruppo Consiliare Patto Civico Provincia di Rieti.
“Ciò ha comportato, nella sostanza , lo sgretolamento delle ultime possibilità di ricostruzione di un’area plurale, facendo allontanare donne e uomini portatori di idee che tanto bene avrebbero fatto alla discussione generale. Dalla mia ultima conferenza stampa di quasi un mese fa, dove ho lanciato un appello al dialogo, seppur fuori tempo massimo, non ho ricevuto alcuna risposta. Se non quella della segretaria del PD, che testualmente ha affermato, relativamente le scelte politiche per le Provinciali, che “non c’era nulla da concertare”. Risposta chiara di chi vuole escludere e non includere. Prendiamo atto, infatti, io e il mio gruppo, di essere stati esclusi. Tale risposta avrebbe dovuto indignare tutti i componenti del centro sinistra, e invece anche qui, abbiamo registrato il silenzio. Il nostro concetto di politica, non fonda le sue azioni in cene di pochi intimi dove si decide come ostacolare gli alleati, ma in momenti di condivisione dove scrivere progetti; non esprime concetti di sinistra tramite la scorciatoia dei social, ma è accanto ai cittadini nella vita reale ogni istante; non dà lezioni di coerenza, mentre tenta di stringere accordi con le parti concorrenti su ogni casella di potere da riempire. Siamo semplicemente a disposizione della Città e della Provincia, alla luce del sole” dice Angelucci.
“Non abbiamo mai compreso i continui silenzi sui temi cruciali degli ultimi anni e degli ultimi mesi, gli infiniti messaggi visualizzati e mai risposti, dove si chiedevano incontri chiarificatori; non possiamo sapere se ciò sia una strategia voluta o semplicemente incapacità politica, di certo posso rivendicare come Consigliere e possiamo rivendicare come gruppo, di essere stati gli unici , liberi, a porre all’attenzione pubblica, ogni tema meritevole di attenzione. Il fascismo della nostra epoca è quello che costringe un padre di famiglia a scegliere se fare la spesa o comprare le scarpe ai propri figli, che costringe intere famiglie ad indebitarsi semplicemente per pagare le bollette; Questa sofferenza sociale non può essere affrontata solo tra le righe di un libro e in discorsi astratti, ma deve trovare noi amministratori locali in prima linea, al fianco di chi soffre. Alle volte basterebbe anche solo rispondere al telefono ed ascoltare un cittadino in difficoltà. Cosa vogliono i cittadini? Cosa chiedono disperatamente alla politica? Unità, collaborazione, concretezza. Una città come Rieti piegata da una crisi economica e sociale di alto grado, merita un patto civico che unisca forze e competenze, chiudendo una stagione di divisioni che ha finito di esasperare animi, già fin troppo logorati. Questa, per noi, è una scelta etica, prima che politica. La mia collocazione in minoranza al Comune di Rieti, come ampiamente dimostrato, è sempre improntata a stimolare la maggioranza, a lavorare con forza per il bene della Città, sottolineando eventuali storture e suggerendo e sostenendo buone idee, perché se Rieti migliora, migliora per tutti. Perché Rieti è di tutti. In provincia, dove purtroppo i cittadini non votano, gli amministratori locali hanno l’obbligo morale di non dividersi e lavorare tutti insieme per fare grande il nostro territorio; per questo ringrazio, come Consigliere Provinciale, la candidata presidente Cuneo, della lista civica “Territorio e partecipazione”, per aver voluto ascoltare e condividere le progettualità sottoposte. Da altri, non c’è stato alcun tipo di riscontro. Un dispiacere sincero, questo mancato confronto, che fortemente contrasta con le affermazioni di inclusione e coinvolgimento tanto decantate. Non sono e non saremo mai i vassalli di nessuno, se non del popolo, al quale solo si devono risposte” conclude il consigliere Alessio Angelucci.
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