Foto: Emiliano GRILLOTTI ©
(nella gallery anche la foto di Don Vito Piccinonna in via Cintia, sulla fondo la Cattedrale e il suo campanile)
(ch.di.) “Vengo in mezzo a voi per mettermi in ascolto, dai più piccoli agli anziani”: con queste parole Don Vito Piccinonna, da poco a Rieti per l’ordinazione e per prendere la guida della Chiesa reatina, si è presentato alle autorità cittadine in sala consiliare del Comune di Rieti prima della cerimonia in Cattedrale. Ad accoglierlo, il sindaco Daniele Sinibaldi e altre autorità civili e politiche, prima di partecipare alla messa prevista per le 10.30.
Aula consiliare del Municipio
Indirizzo di saluto di S. E. Mons. Vito Piccinonna
Alle autorità
On.le signor Sindaco, On.le Ministro, Autorità,
sono grato per questa accoglienza nella Sala Consiliare del Comune. È il luogo in cui le diverse esigenze si incontrano per il bene di tutti. E questo richiede che le istanze non vengano solo espresse, ma anche ascoltate da ciascuno.
Ce lo insegnava anche un grande testimone, Vittorio Bachelet: «L’atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento». Faccio mie le sue parole per ringraziare tutte le persone che condividono questo momento di Chiesa e i rappresentanti delle istituzioni che hanno portato il loro saluto. Ascolto e annuncio insieme, ma in questo preciso ordine. A quanti guardano alla Chiesa come corresponsabile del bene comune, della legalità e della cura delle persone più fragili, mi propongo di offrire, prima di idee e soluzioni e piuttosto che ricette teoriche, un atteggiamento di profondo e attento ascolto. Solo dall’ascolto può nascere un’azione in grado di intercettare la realtà e, con l’aiuto di Dio, provare a trasformarla. Prometto ascolto, amici carissimi della Chiesa di Rieti e rappresentanti delle istituzioni. Prometto di prendere la parola, secondo le mie responsabilità e le responsabilità della Chiesa, dopo aver attentamente ascoltato, dopo aver visto con i miei occhi, partendo dal desiderio di una profonda empatia per le persone coinvolte nelle questioni sociali e pastorali.
Accoglienza e superamento, anch’esse insieme e in quest’ordine. Cari amici e rappresentanti delle istituzioni, se vogliamo davvero provare a superare ferite personali e sociali, ci illudiamo di poterci riuscire senza accogliere, senza far sentire che la comunità c’è, è vera, è viva e non si fonda solo sull’azione generosa di eroi individuali. L’accoglienza pone le condizioni per il superamento: andare oltre, andare più avanti, insieme. Provare a superare il dolore, la fatica, la solitudine: degli anziani, degli adulti, dei giovani e giovanissimi, dei bambini. Ma senza il sentimento dell’accoglienza nulla può cambiare.
Ascolto e annuncio. Accoglienza e superamento. È quanto propongo a me stesso e a voi tutti, ringraziandovi della generosa presenza e vicinanza.