Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore che ci racconta la storia del fratello Francesco.
Nella città di Rieti le istituzioni non funzionano. Mio fratello Francesco ha doppia carta d’identità, italiana e tedesca, e codice fiscale Aire ma non può avere un medico di base. Ha bisogno di un farmaco prescritto dallo psichiatra. Può stare con sua sorella per tre mesi, se viene accettata l’ospitalità dell’Ater che al 90% non verrà accordata (detto telefonicamente, avendo cercato aiuto dai servizi sociali). Ho cercato aiuto in alcuni santuari e chiese, non trovando una struttura per Francesco: è affetto da una lieve psicosi mentale, non può essere aiutato non avendo la residenza in Italia. Si ritroverà per strada a chiedere l’elemosina e a dormire in un sacco a pelo. Francesco ha 53 anni, ha problemi di depressione, traumi gravi subiti per tutta la sua vita, ha vissuto nei collegi, nelle case famiglia e in strutture. Come detto, per lui ho cercato aiuto in alcune chiese. Francesco voleva fare piccoli lavori. Adesso si trova a Bolzano in cerca di fortuna, ha trovato una struttura nella quale gli verrà concesso di fare i lavori e a distanza di un anno potrà richiedere anche la residenza in Italia. Questo grazie all’aiuto di Don Fabrizio che mi ha pagato il biglietto. Ringrazio la Caritas di Rieti.
Foto: RietiLife ©