In ricordo di Mario Camacci. Ad un anno dalla scomparsa i suoi figli ricordano uno degli storici carrozzieri di Rieti.
“Papà ha iniziato a lavorare come carrozziere da bambino, subito dopo la guerra, intraprendendo questo mestiere per vocazione dato che sin da piccolo, come ci raccontava, amava giocare con i martelli. Ha sempre affermato di aver scelto ciò che più amava fare senza essersene mai pentito. Rimasto orfano di padre, passò gli anni della guerra nel collegio degli orfanelli di Rieti e nonostante fosse molto bravo negli studi, tanto da essere soprannominato dalle suore “il dottor di Sant’Agnese”, decise di seguire la sua passione e imparare il mestiere di battitore. Suo primo e indimenticato maestro fu Attilio Aguzzi, superstite dei campi di concentramento, di cui ha sempre conservato vivo il ricordo e l’insegnamento. Negli anni Sessanta, nell’Italia del boom economico, compì il grande passo costituendo una società e aprendo sulla via Salaria per Roma una delle prime e storiche autocarrozzerie di Rieti. Nei suoi lunghi anni di lavoro ha riparato un numero incalcolabile di auto, comprese quelle d’epoca, guidato dal suono del martello che batteva sulla lamiera modellandola e donandole nuova forma, come facevano gli antichi battilastra dalle mani d’oro. Ha trasmesso la sua esperienza e la sua maestria artigiana a moltissimi giovani che si sono avviati a questo mestiere e ha ottenuto riconoscimenti dalla Camera di commercio e artigianato di Rieti per il suo operato. Con la sua abnegazione al lavoro, le sue sapienti mani e il suo estro ha contribuito nella sua Rieti a fare di questo mestiere un’arte, da vero maestro artigiano qual era! I suoi valori e i suoi insegnamenti, il suo esempio di vita onesta e dedita alla famiglia e al lavoro sono incisi nei nostri cuori per sempre”.
Anna Maria, Daniela, Emanuele Camacci.
Foto: Camacci ©