“Le venti denunce che i carabinieri Forestali di Rieti hanno disposto per abusi edilizi anche in aree sottoposte a vicolo idrogeologico urbanistico edilizio dimostrano quanto sia diffuso nella provincia il triste fenomeno del mattone illegale”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana.
“Stiamo parlando di un reato per il quale è previsto sia l’ordine di demolizione sia una salatissima sanzione pecuniaria – ricorda il sindacalista – Ma troppo spesso capita che alla preziosa attività di vigilanza e repressione dell’Arma non venga dato seguito. Basta fare un sopralluogo per le strade della Piana Reatina e accorgersi che all’interno di un’area protetta, di elevato pregio ambientale come la riserva naturale dei laghi Lungo e Ripasottile, gli ordini di demolizione di numerosi manufatti illegali non siano ancora stati eseguiti”.
“Gli illeciti sono stati segnalati da tempo alle autorità competenti e gli ordini di demolizione risalgono al lontano 2013 – prosegue Paolucci – Sono anni che la Uil denuncia questo scempio che si compie in un’area protetta, ma tutto resta fermo. Consumare illegalmente il suolo è un crimine che fa perdere risorse ambientali fondamentali danneggiando la collettività”.
“Eppure – conclude Paolucci – gli abbattimenti sono il deterrente migliore per scongiurare il sorgere di nuovi abusi. Se le amministrazioni locali non sono in grado di rispettare il diritto e dare seguito alle demolizioni è necessario che lo Stato intervenga per ripristinare la legalità e abbattere ciò che di illegale è stato costruito, anche perché non possiamo dimenticare che questo angolo di territorio ha un elevato pericolo alluvionale e quindi un alto rischio idraulico, che in generale coinvolge oltre novanta chilometri quadrati del nostro territorio provinciale”.
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