“Nei giorni scorsi la Sezione Territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha segnalato alle Autorità competenti un fatto estremamente increscioso che si trascina ormai da più di 5 anni. Per riassumere sinteticamente la questione basterà dire che sin dal 2016 la Asl di Rieti ha, per legge, l’obbligo di assumere un terapista della riabilitazione non vedente obbligo che cerca di eludere in tutti i modi” lo scrive in una nota l’Unione Italiana Ciechi.
“Dal 2018 è pendente una causa di lavoro promossa da un terapista della riabilitazione minorato della vista per ottenere l’assunzione ed il giudizio è attualmente pendente presso la Corte di Cassazione. Nel frattempo, in esecuzione ad una ordinanza del Giudice del Lavoro la Asl ha assunto un fisioterapista non vedente e, nello stesso giorno, ha indetto un concorso pubblico per la copertura di quel posto vacante nella pianta organica. Per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti questa è una ulteriore tangibile dimostrazione di un comportamento dilatorio e discriminatorio della Azienda Sanitaria nei confronti dei lavoratori non vedenti che non può più passare sotto silenzio perché non può essere discrezionalmente cancellato il loro diritto al lavoro e all’inclusione sociale con la mancata applicazione della legge” continua la nota.
“L’Unione Ciechi, ricordato che in forza delle vigenti disposizioni di legge, l’assunzione dei disabili deve avvenire o per chiamata diretta (per i datori di lavoro privati e gli Enti Pubblici Economici) o per chiamata numerica (per i datori di lavoro pubblici), ha contestato l’indizione del concorso e ne ha chiesto l’annullamento ed il ricorso alle procedure previste dalla legge. La protesta dell’Unione proseguirà nelle sedi ritenute più opportune e nei prossimi giorni l’Unione promuoverà una riunione con le altre Associazioni dei Disabili al fine di richiedere tutti insieme il rispetto delle norme di legge e l’immediata copertura di tutti i posti riservati ai disabili.
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