Pubblichiamo l’editoriale del direttore di RietiLife, Emiliano Grillotti, tratto da RietiLife Free Press nel quale si tratteggia e ricorda la figura di Adalberto Festuccia.
(di Emiliano Grillotti, direttore di RietiLife) “Nel giro di tre anni dall’insorgenza della malattia, senza fare la tracheostomia, si muore: io ho deciso di vivere perché amo la vita”. Questa frase arrivò dritta al cuore, nostro e delle numerose persone che seguirono la “Rana nel Pozzo” quel 27 febbraio del 2020. Le proferì attraverso un computer con puntatore ottico ma è come se le avessimo ascoltate dalla sua viva voce. Quella voce che ricordo benissimo vista la lunghissima conoscenza, da quando ero ragazzino. Sempre impegnato, di grande intelligenza, lucido con una cultura sconfinata trattava temi di ogni genere con sapienza e lungimiranza.
Mi chiese di fargli le foto quando decise di candidarsi alle comunali, più che altro per “dovere” verso gli elettori, poiché anteponeva sempre l’essere all’apparire. È stato una guida per le generazioni del centrosinistra e non solo. È stato una persona di spessore, umano, politico e professionale riconosciuto da tutti: gli avversari politici, ad esempio, ne hanno sempre riconosciuto queste qualità. Mi stringo attorno alla sua famiglia, alla moglie e i due figli. A buona ragione, credo che Adalberto Festuccia verrà ricordato a lungo per le due vite vissute dove è riuscito a lasciare vivo il segno. Grazie ancora Adalberto per aver accettato quell’invito alla “Rana” che ha segnato uno dei momenti più forti e toccanti della mia carriera professionale.
Foto: RietiLife ©