(di Maria Bandini) “Il caso di mia zia come quello di Silvia Cipriani. Hanno ucciso anche mia zia, proprio lì vicino, a Canera, ma di lei non parla più nessuno. Suggestione probabilmente, ma c’è da chiedersi: è la stessa mano che colpisce dopo tanti anni?” sono le parole di Riccardo, nipote di Vincenza Leonetti, l’81enne di Canera trovata morta nell’estate del 1995 nella sua abitazione. Un caso rimasto irrisolto e che a 27 anni di distanza riprende a far parlare di sé.
La ricostruzione – Era il giorno di Ferragosto del 1995 quando una vicina di casa di Vincenza Leonetti si accorge della scomparsa della donna, dopo 3 giorni di silenzio. Le due anziane signore avevano appuntamento, proprio il 15 agosto, per andare insieme a messa. La vicina di casa, dunque, decide di andare a controllare: entra nella casa dell’amica 81enne e trova solo il suo cadavere, a terra, con ferite importanti alla testa. Si pensa subito ad una caduta, un incidente. Successivamente, però, si scopre che le ferite che Vincenza riportava al cranio erano dovute ad una lama, probabilmente un coltello o un ferro: Vincenza non è morta per una tragica fatalità. È stato un omicidio. Ad avvalorare la tesi il risultato dell’autopsia. Vincenza è morta 3 giorni prima di Ferragosto. Le indagini proseguono per 2 anni, anche perché in camera da letto vengono trovate tracce di sangue, tracce che però non appartengono alla vittima oltre a tracce del fratello e di un nipote. La morte di Vincenza rimane senza un colpevole. Una persona semplice, mai sposata e senza figli che viveva in campagna con gli animali e una pensione di 620mila lire al mese (circa 300 euro di oggi).
La lettera del nipote Riccardo a Chi l’ha visto? – “Buonasera, vi scrivo queste righe dopo aver indugiato a lungo. Sono molti anni, infatti, che ho il desiderio di mettermi in contatto con voi per “riaprire” un triste caso di cronaca nera che riguarda la mia famiglia. Nell’estate del 1995, esattamente 27 anni fa, una mia prozia di 81 anni, fu ritrovata priva di vita nella sua umile abitazione di campagna, a Canera, provincia di Rieti. Si chiamava Vincenza Leonetti. Una sera di agosto il suo corpo fu ritrovato in terra, riverso e col cranio fracassato da diverse accettate, da una vicina insospettitasi dopo 3 giorni di assoluto silenzio. Ogni ipotesi si rivelò negativa, tanto la tesi dell’eredità quanto quella della rapina, dato che i pochissimi oggetti d’oro e una esigua somma di denaro non furono rubati. Neppure le ipotesi di un maniaco di passaggio o di una vendetta non trovarono mai riscontri. Tutto ciò rese da subito il progredire delle indagini lento e fumoso e, dopo l’archiviazione del caso, fece sì che anche nella memoria collettiva (perfino in quella locale) mia zia venisse ben presto dimenticata. Ecco, ciò che mi porta a scrivervi oggi è una strana coincidenza passata completamente in sordina, eccetto ad alcuni della mia famiglia. Il caso di Silvia Cipriani non solo somiglia per alcuni aspetti a quello di mia zia (se non altro per l’identikit delle due poverette: anziane, senza figli, che vivevano in campagna senza troppi averi) ma soprattutto, incredibilmente, perché avvenuti nella stessa frazione della provincia di Rieti. Canera e Cerchiara, in verità due frazioni distinte, sono pressoché attaccate e per questo condividono chiese, cimitero e negozi locali. Sarà un caso?”
Ad occuparsi del caso di Vincenza Leonetti, e delle strane coincidenze con quello di Silvia Cipriani, ieri sera, la trasmissione su Rai3 “Chi l’ha visto?“, durante la quale a parlare sono stati i parenti di Vincenza Leonetti: “La mia ipotesi è che si sia trattato di un ladro, di un maniaco che si era introdotto in casa e trovandosi davanti Vincenza l’ha uccisa” sono le parole di Elena, cugina di Vincenza. “Se qualcuno sa dica qualcosa” è l’appello di Elena, la cugina di Vincenza. “Era una zia molto generosa, scherzosa, giocosa. Era molto buona, non aveva nemici” è il ricordo del nipote Riccardo, che aveva 11 anni quando la zia è scomparsa, oggi 38enne.
Che sia un caso oppure no, ci sarà certamente da indagare, per escludere, quantomeno, le coincidenze e l’incredibile somiglianza tra le due donne.
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