Sabato 22 alle ore 17 presso la Sala Consiliare del Comune di Rieti si è tenuto “Io sono donna – Aborto e Contraccezione”, convegno incentrato su interruzione volontaria di gravidanza, contraccezione ed educazione sessuale e primo appuntamento monotematico organizzato dalla Cellula reatina dell’Associazione Luca Coscioni. La Cellula Coscioni Rieti esprime “gratitudine e soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento”, scrive in una nota. Sonia Montegiove, giornalista ed informatica, ha raccontato la storia di “Mai Dati”, inchiesta giornalistica, poi approdata su carta, condotta insieme a Chiara Lalli con la volontà di mappare l’obiezione di coscienza in tutti gli ospedali del nostro Paese, e le difficoltà di ottenere i dati relativi all’obiezione di coscienza a tutti i livelli, dalle strutture sanitarie al Ministero della Salute.
Ha quindi spiegato l’importanza di avere tali dati e renderli chiari, aggiornati e aperti, per consentire a chiunque di sapere se gli ospedali del proprio territorio garantiscono in maniera efficace il diritto di ricorrere all’IVG, conoscendone i tassi di obiezione relativi a ginecologi, anestesisti, ostetriche e personale non sanitario, le modalità di accesso e la possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico. Marina Toschi, ginecologa, igienista e membro di società e organismi di garanzia del diritto all’aborto nazionali, europei e internazionali, ha raccontato il suo impegno quarantennale al fianco delle donne e del loro diritto all’autodeterminazione, iniziato quando l’unico aborto possibile era quello clandestino e non ancora terminato, nonostante i 44 anni passati dall’approvazione della 194. Ha parlato della grande discrepanza in essere tra quelle realtà sanitarie che garantiscono l’applicazione della 194 nel pieno rispetto di tempistiche e modalità e quelle dove invece l’accesso all’IVG è ostacolato, limitato e, talvolta, negato completamente, costringendo le donne che ne hanno bisogno a percorrere anche centinaia di chilometri, nella costante ansia di superare i fatidici 90 giorni.
Il problema è ben oltre l’obiezione di coscienza: la quasi totalità delle Regioni non ha mai recepito la direttiva ministeriale del 2020 che chiedeva di estendere il limite dell’aborto farmacologico a 9 settimane, dalle attuali 7 stabilite, con la conseguenza che solo il 26% delle IVG viene fatta farmacologicamente e non chirurgicamente (ad esempio in Francia e nel Regno Unito questo tasso supera il 70% e nell’Europa del Nord il 90%). Un dato è impressionante e ci dà la chiara percezione di come gli ostacoli della 194 non siano solo politici ma culturali e strutturali: il 35% degli ospedali italiani non effettua IVG, nonostante la 194 preveda l’obbligo di ogni presidio ospedaliero di garantire tale servizio. La 194 prevede inoltre il superamento dei 90 giorni nel caso di gravi patologie a carico del feto o della gestante: in tal caso si parla si parla di ITG (interruzione terapeutica di gravidanza) con un limite di 180 giorni; anche qui la ginecologa ha ribadito l’estrema difficoltà di trovare strutture sanitarie attrezzate per garantire questo tipo di aborto.
La Toschi si è infine soffermata sull’importanza della contraccezione, spiegando che, nei Paesi in cui viene garantito l’accesso gratuito ai dispositivi contraccettivi, si registra un drastico calo di IVG; in Italia la contraccezione è gratuita solo in tre Regioni e per fasce d’età (Puglia, Emilia Romagna e Toscana), nonostante la 194 prevedrebbe anche la gratuità degli anticoncezionali. Queste le parole dei coordinatori della Cellula sulla situazione nel nostro territorio: “Ci teniamo comunque a ribadire che nella nostra Provincia, nonostante un tasso di obiezione di coscienza relativo ai ginecologi del 79% (stando ai dati del 2021), è garantita la piena applicazione della 194, con un percorso che inizia nel Consultorio e termina in ospedale, nel pieno rispetto delle tempistiche stabilite dalla legge. Tale servizio, per mancanza di personale, è attualmente svolto a cadenza settimanale”. Il convegno si è concluso con un dibattito partecipato tra figure professionali e normali cittadini.
Foto: Cellula Coscioni Rieti ©