(di Christian Diociaiuti). “Sono innocente, vi dico come è andata. E soffro perché temo che zia possa aver sofferto e io non c’ero per aiutarla“. Dalla scomparsa di Silvia Cipriani, Valerio non aveva mai parlato. Il nipote 42enne indagato per l’omicidio della zia, ha rotto il silenzio e dopo aver sentito solo la moglie Tamara, adesso è il diretto interessato a parlare della vicenda. Lo ha fatto a Quarto Grado, trasmissione di ReteQuattro. Una lunga intervista per dare la sua posizione sul giallo della morte della donna per la quale oggi c’è stato l’esame sui resti ossei nonché il prelievo per il dna e per rendere incontrovertibile il fatto che siano dell’anziana reatina, scomparsa a fine luglio e cercata per oltre 70 giorni fino al ritrovamento dell’auto e poi di indumenti, accessori e infine resti a Montenero, nel bosco a Scocco.
“L’avevo sentita la domenica prima, avevamo parlato delle solite cose – inizia il racconto di Valerio Cipriani a Quarto Grado – ad avvisarci che il cancello era aperto nella casa di Cerchiara era stato zio Leonino. Lì per lì ho pensato fosse a Rieti, nella casa di via delle Orchidee. Era molto metodica: parcheggiava sempre nella rampa della casa di via delle Orchidee. Non vedendola sono andato dai vicini, avevo molto timore – aggiunge Cipriani, commosso – la casa era a posto ma lei non c’era. E lì mi sono agitato davvero. Ho fatto il giro dell’ospedale. Ho fatto chiamare mio cognato che lavora con le ambulanze per chiedere di cercarla. Non era mai successo che mia zia sparisse. Ho chiamato le forze dell’ordine, non ricordo quando. Poi sono andato a Cerchiara. A casa mia tutto ok. Nella casa di zia, semidiroccata, le piaceva vivere così, è facile entrare”.
A Quarto Grado ospiti anche gli avvocati di Cipriani, Luca Conti e Domenico Orsini: “Valerio un alibi nei momenti in cui di Silvia Cipriani si perdono le tracce. Ci sono gli orari delle operazioni che svolge” dicono, parlando degli orari di lavoro di Valerio Cipriani, che dirige una filiale di Poste Italiane nel Reatino. Da considerare, nella ricostruzione delle ultime ore in cui la 77enne ex postina viene avvistata, che due testimoni la avvistano il venerdì, 22 luglio, cioè un giorno in più in cui si credeva avesse lasciato le sue ultime tracce.
“Di strano quando l’ho cercata ho visto il cancello aperto a Cerchiara. Il cellulare era acceso e silenzioso. Il cellulare lo prendeva – aggiunge Cipriani parlando degli aspetti più intricati della vicenda – L’incendio di cui era stata artefice? Quel giorno stava bruciando santini e vecchie agende, puliva i cassetti. Ma non era mai stato notificato nulla in termini di multa”. Poi il ritrovamento dell’auto: “Mi fa male pensare che possa aver sofferto e io non c’ero. Io per zia ci sono sempre stato” replica, scoppiando poi a piangere, al fatto che la donna non è stata ritrovata nell’auto.