Secondo quanto rileva l’Istat nell’aggiornamento annuale del sistema di indicatori “Benessere equo e sostenibile dei territori”, riferiti alle province e alle città metropolitane, coerenti e integrati con il framework Bes adottato a livello nazionale, la provincia in cui nel 2020 sono maggiormente diminuiti i ricoveri fuori regione è Rieti (sono passati dal 32,5% al 19,9%) seguita da Sondrio, Pescara, Trapani e Palermo che hanno avuto una diminuzione di oltre il 25% (fonte Istat). Lo dice Asl Rieti.
Il dato segue il trend analizzato dall’Azienda nel quadriennio 2017-2020 sul valore della mobilità passiva, che registra per le prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, una contrazione sia in termini di casi che di costi. In particolare, si è passati da 13.197 casi (ovvero dimissioni nel 2017) a 9.908 (2020), con una diminuzione del 25%, che si riflette in una contestuale contrazione dell’impatto economico (costi inferiori registrati in Bilancio) con una riduzione del 22%, registrando un risparmio di 9.958.000 euro. La riduzione della mobilità è strutturata e non dovuta esclusivamente alla pandemia (caratterizzata da periodi di lockdown) tanto che nel triennio 2017-2019 il numero dei casi è passato da 13.197 (2017) a 11.737 (2019), con una contestuale riduzione dell’impatto economico.
La mobilità di confine è purtroppo un fenomeno atavico determinato in gran parte dalla conformità del territorio della provincia di Rieti che coinvolge almeno 25 comuni (Amatrice, Borgorose, Cantalupo in Sabina, Casperia, Collalto Sabino, Collegiove, Collevecchio, Colli sul Velino, Configni, Cottanello, Forano, Labro, Magliano Sabina, Montasola, Montebuono, Nespolo, Paganico Sabino, Pescorocchiano, Roccantica, Selci, Stimigliano, Tarano, Torri in Sabina, Turania, Vacone), i quali sono più vicini ad altri territori che a Rieti. Un fenomeno che interessa 30.367 residenti rispetto ad una popolazione complessiva pari a 151.355 (Istat 2021), con una incidenza percentuale del 20%.
In questi anni, nonostante la fase difficile legata al post terremoto, alla pandemia da SARS CoV-2 ancora in corso e al piano di rientro dal deficit regionale, l’Azienda ha investito ingenti risorse sul Presidio ospedaliero e sul territorio, attivando, riorganizzando e potenziando strutture e servizi per la prevenzione, cura e assistenza in un’ottica “one health”. Sono numerosi i segnali incoraggianti che si registrano rispetto al lavoro svolto e non soltanto dall’ultimo rilevamento Istat, tuttavia siamo coscienti che c’è ancora molto lavoro da fare per rendere tali misure più efficaci e aderenti alle esigenze dei cittadini: un obiettivo che contiamo di raggiungere, grazie alla preziosa collaborazione delle istituzioni territoriali, proseguendo nel solco già tracciato durante l’emergenza epidemiologica da covid-19. Lo scrive Asl.
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