Foto: Riccardo FABI ©
(di Christian Diociaiuti) L’amara scoperta l’hanno fatta le forze dell’ordine. Una lingua nera nel cuore della Piana, a due passi dal Velino, uno scempio ecologico “mai visto a Rieti”, per dirla con le parole di chi si sta occupando della vicenda. Quelli che sembrano centinaia di litri di olio motore esausto sono stati ritrovati in un fosso che attraversa via Fratelli Sebastiani, tra attività e piccole fabbriche. A una prima occhiata, l’olio non sembra esser stato sversato direttamente nel fosso di via Fratelli Sebastiani, ma provenire da un tubo interrato che attraversa e serve gli scarichi della zona.
L’olio ha imbrattato gran parte dell’alveo del fosso per diverse decine di metri, accompagnato dall’acqua delle precipitazioni dei giorni scorsi. In parte è già stato assorbito dalla terra e ha raggiunto altri canali. Non è escluso che lo sversamento sia di ore o giorni precedenti alla scoperta, accertata dalle forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri Forestali e Vigili del Fuoco sul posto, accompagnati da Aps e Arpa, chiamata per i rilievi di laboratorio che serviranno in primis a capire l’origine della sostanza sversata e non smaltita a dovere. Non serve chissà quale analisi per capire che si tratta di un danno ambientale enorme; si riflette sulla zona immediatamente vicina, e poi su colture, flora e fauna, non ultimo il fiume Velino che corre a poche centinaia di metri da lì e che in qualche modo sarà (anzi, è) interessato dalle sostanze chimiche rilasciate in una maniera che sembra tutt’altro che accidentale.
La vicenda, sotto la lente delle forze dell’ordine che dovranno accertare le responsabilità e ora impegnate a capire il punto in cui l’olio è stato sversato, è utile per ricordare che qualsiasi tipo d’olio, alimentare o per altri usi, è smaltibile tramite aziende specializzate e servizi istituzionali. Questo perché l’olio – sì, anche quello della frittura – è dannoso per l’ambiente, capace di intaccare le falde acquifere e mettere ko animali e insetti.