Nella parte alta della Regione Lazio scatta l’allarme sul costo del pellet. Gli operatori delle zone più fredde della Regione segnalano aumenti stratosferici sul prezzo del combustibile verde verso il quale, negli anni scorsi, molte persone si sono convertite anche grazie agli incentivi sui prezzi di stufe e caldaie. Aumenti che superano il 60%. Lo riporta Agi.
“Ci arrivano segnalazioni da abitanti del Viterbese e del Reatino sull’esorbitante aumento del costo del pellet, arrivato ad oltre 10 euro a sacchetto, rispetto allo scorso anno che era mediamente di 5 euro – ha spiegato Massimo Milani, coordinatore romano di Fratelli D’Italia – I rincari generati dalla guerra in Ucraina hanno portato i Paesi produttori a fare scorte, ma anche a rivendere il prodotto con un notevole rincaro. Gli aumenti parlano chiaro: mentre a dicembre del 2021 una tonnellata costava 297 € a luglio, il prezzo di questo stesso pellet è salito a 495 €, con un aumento del 67%. I produttori stanno speculando sulla crisi, per questo è necessario che il governo intervenga con degli incentivi alle zone più fredde, per evitare che le oscillazioni di mercato possano gravare sulle popolazioni più esposte. Soprattutto nel Viterbese e nel Reatino – ha proseguito Milani – zona, quest’ultima, particolarmente montuosa ed esposta al freddo, e già fortemente provata dal terremoto. Durante l’inverno la neve arriva anche a tre metri. Ci auguriamo che la Protezione Civile e la Regione Lazio stiano già approntando un piano di distribuzione del pellet”.
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