Foto: Emiliano GRILLOTTI ©
(di Christian Diociaiuti) Oggi come sei anni fa, tutto inizia con un grazie all’Italia e ai soccorritori. Ma anche agli stati del mondo che non sono rimasti indifferenti al terremoto del Centro Italia, al sisma di Amatrice e Accumoli che nel 2016, 24 agosto, scosse il cuore del centro Italia con 300 vittime, 239 delle quali solo ad Amatrice. Oggi l’anniversario dei sei anni.
Stanotte fiaccolata e veglia – dove sono stati intonati i nomi delle vittime – poi la messa in diretta Rai, presieduta dal vescovo Domenico Pompili, ascoltato e applaudito, all’ultima omelia ad Amatrice prima della partenza per Verona a ottobre. “Venite e vedete”, ha detto Pompili “finalmente ora c’è un cantiere” e pur ricordando il 24 agosto e quanti questa data ha portato via, “ora bisogna vedere oltre” per “ri-nascere, a ri-partire, a ri-cominciare”. L’OMELIA
Il tema, ovviamente, è la ricostruzione. Che non è quella che tutti si aspettavano. Così, ieri, il commissario Giovanni Legnini (leggi) ha mostrato cosa si sta facendo, mentre per il dg Asl, Marinella D’Innocenzo l’ospedale Grifoni sarà pronto per maggio 2023 (leggi). Qualche casa è stata riconsegnata, ma le opere pubbliche e molto altro, ancora devono esser concretizzate. La burocrazia – unita alla crisi dei costi dei materiali e ad altri aspetti – hanno frenato molto la rinascita di un borgo di 3.000 anime che riusciva anche a decuplicare le presenze in estate.
“È l’ora di operare, agire, progettare, aprire i cantieri – dice Legnini a Rai 1, con la diretta a cui ha partecipato anche Don Fabrizio Borrello, condotta da Giuseppe La Venia con contributi da inviati nel paese per mostrare la situazione – Le procedure funzionano, le risorse ci sono, la volontà di ricostruzione si è manifestata” e “ormai da tempo sono aperti numerosissimi cantieri”. “Quanto c’è da fare è ancora tanto” perché “la ricostruzione – ha sottolineato Legnini – è un processo, non è un attività che si consuma in un arco temporale ristretto. Insieme alla ricostruzione lui ce lo ha ricordato anche oggi – ha detto Legnini riferendosi a mons. Pompili che ha chiuso la celebrazione commosso – occorre rigenerare il territorio e la comunità”. Alla Messa erano presenti tra gli altri il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi. Lo stesso sindaco che ha lamentato l’assenza di Mario Draghi e della politica (leggi) ma che è certo che Amatrice per altri aspetti non è stata dimentica.
Tra i presenti ad Amatrice anche Matteo Salvini, leader della Lega: “Sei anni fa il dramma del #terremoto del Centro Italia che devastò intere città portò via 299 vite. Vicino a chi, ancora oggi, soffre. Questa mattina sarò ad #Amatrice” ha scritto sui social, prima di incontrare ai piedi della Laga Sergio Pirozzi, oggi consigliere regionale e ieri sindaco di Amatrice nel suo momento più buio. Oggi Pirozzi – che ha rilasciato un video per ricordare la tragedia del 24 agosto – è responsabile della Prevenzione per la Lega: “Penso che l’esperienza di Pirozzi potrà essere preziosa negli anni a venire – ha aggiunto – perché su alcune città si è fatto tanto, su altri fronti si è fatto ancora poco. Penso che l’esperienza degli amministratori locali e di Sergio in questo caso potrà essere molto utile” aggiunge Salvini.
Il centrosinistra invia un messaggio di cordoglio con Enrico Letta: “A 6 anni da quella terribile notte, da quel devastante terremoto che recise la vita di 299 persone. Il ricordo del loro sacrificio, il pensiero alle famiglie. #Amatrice #24agosto”. Così il segretario Pd Enrico Letta su twitter.
E mentre la Croce Rossa ricorda le oltre 7.000 persone assistite in 3 anni e i Vigili del Fuoco le “297 persone salvate tra le macerie, effettuando nei mesi a venire 215.145 interventi #pernondimenticare”, il Codacons presenterà un “esposto alla Corte dei Conti in relazione ai ritardi nella ricostruzione, chiedendo di ricostruire e valutare la destinazione delle risorse pubbliche, enormi, investite fino a ora”.