Soggiorno estivo a Villa Rosina per dieci bambini ucraini, accolti a Rieti con le loro famiglie in fuga dalla guerra. D’intesa con la Prefettura di Rieti, la struttura della Fondazione Varrone al Terminillo ha ospitato il gruppo per una breve vacanza subito dopo Ferragosto, con l’assistenza degli operatori e dei mediatori culturali delle cooperative Il Volo e Clarissa e con l’accoglienza garantita dai volontari della Mensa di Santa Chiara. Inoltre, grazie alla disponibilità del Presidente del CAI di Rieti, Angelo Marsini, i bambini hanno avuto l’occasione di effettuare delle escursioni guidate sul Terminillo.
I bambini vivono da mesi in città, sistemati nei centri di accoglienza straordinaria messi a disposizione dalla Prefettura per l’emergenza Ucraina e proprio in Prefettura è maturata l’idea di offrire loro la possibilità di passare qualche giorno in montagna nella Casa dei Bambini della Fondazione Varrone.
“Dai primi giorni del mio insediamento a Rieti – dice il Prefetto Gennaro Capo – ho potuto apprezzare l’impegno e le iniziative che la Fondazione Varrone sviluppa in favore del territorio di questa Provincia ed il suo ruolo cruciale nei settori del sociale, dell’inclusione e delle fragilità. Il mondo dell’associazionismo rappresenta una componente irrinunciabile del vivere civile. L’iniziativa “Villa Rosina” lanciata dalla Fondazione in favore di alcuni dei minori ucraini presenti nel nostro territorio testimonia ancora una volta l’impegno di una Fondazione che, lungi dall’autoreferenzialità, sa intercettare i bisogni più vari del territorio e proporre soluzioni concrete. Mi rallegro del fatto che siamo riusciti a condurre in porto questo progetto”.
“Abbiamo accolto con piacere la proposta del Prefetto – dice il presidente della Fondazione Mauro Trilli – Villa Rosina è stata pensata e attrezzata per accogliere bambini fragili, come purtroppo lo sono i piccoli ospiti che arrivano settimanalmente dal “Bambino Gesù” di Roma. Ma la cronaca ci insegna che sono tanti i tipi di fragilità, come questo gruppo di bambini sa bene avendo dovuto lasciare la propria casa e il proprio Paese per colpa della guerra. Quassù li abbiamo visti contenti e tanto basta: “Villa Rosina serve a questo”.
Foto: Prefettura ©