Le carte della famiglia Blasetti donate all’Archivio di Stato di Rieti. È stata acquisita al patrimonio dell’Istituto, a seguito della autorizzazione della Direzione generale Archivi su parere favorevole della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, la preziosa documentazione privata dei Blasetti.
Si tratta di un complesso archivistico ricostituito grazie allo scrupoloso lavoro di reperimento delle carte, custodite in vari locali della casa di famiglia, in via Garibaldi, da parte di Maria e Amalia Blasetti.
La documentazione copre un periodo compreso tra la prima metà del XVIII e la seconda metà del XX secolo, con una decisa prevalenza della documentazione ottocentesca. È in effetti questo il secolo in cui il ruolo della famiglia, oriunda di Antrodoco, si fa più incisivo nella storia di Rieti.
Risale, infatti, alla fine della stagione napoleonica, più precisamente al 1816, l’acquisto del signorile palazzo di via Garibaldi precedentemente appartenuto ai conti Amati. L’edificio diviene allora il luogo di residenza dei quattro fratelli che fondano in modo più solido le fortune della famiglia: Luigi, a lungo consigliere comunale, la cui figlia, Teresa, sposa l’antrodocano Giuseppe Mannetti, deputato del Regno d’Italia dal 1865 al 1876; Giovanni Maria, anch’egli coinvolto nell’amministrazione cittadina, implicato nei risvolti reatini della Repubblica romana del 1849 e tra i fondatori, con il fratello Domenico, della Cassa di Risparmio di Rieti; Antonio, consigliere, con responsabilità nelle deputazioni e nel Monte di pietà di Rieti, sposato con la marchesa Vittoria Vincentini, l’unione con la quale garantisce la discendenza familiare; e, infine, il sacerdote Domenico, canonico e arcidiacono della cattedrale reatina.
Il nutrito carteggio di inizio Ottocento rivela una serie di acquisti in città e nel contado avvenuti con l’intermediazione degli Staffa, famiglia di spicco nel panorama reatino alla quale i fratelli Blasetti sono imparentati. Tra queste acquisizioni si deve menzionare quella, fondamentale, della tenuta di Pie’ di Fiume dai marchesi Canali, con cui i Blasetti si imparentano nel Novecento e per la quale si sono conservati alcuni bellissimi progetti di impiantistica su carta lucida. Di Domenico Blasetti sono, inoltre, presenti interessanti attestazioni della sua passione per il disegno, tra cui alcuni schizzi, peraltro in chiave tutt’altro che caricaturale, di Napoleone Bonaparte: un soggetto non scontato per un esponente del clero.
A proposito dei marchesi Canali, giova evidenziare che la documentazione preservata dai Blasetti rappresenta uno dei nuclei documentari più significativi di cui si disponga su uno dei casati più illustri del patriziato locale. All’interno del fondo di famiglia si rinvengono, inoltre, anche scampoli di archivi personali degni di nota: tra questi, quello associabile a Cesare Blasetti (1846-1911), sindaco di Rieti negli anni Ottanta del XIX secolo, e quelli riconducibili ai due omonimi Angelo Maria Blasetti (nonno e nipote), il primo (1847-1912) responsabile dell’Ufficio tecnico comunale ai tempi del sisma del 1898, il secondo (1920-2017) titolare di molti incarichi, fra cui quelli nel Consorzio di bonifica della piana reatina e nella Banca popolare di sovvenzione.
La fase successiva a quella della donazione vedrà prima gli interventi conservativi, il riordino e l’inventariazione del fondo, quindi la messa a disposizione degli studiosi.
“Ai fratelli Maria, Giuseppe, Amalia, Emanuele, don Paolo e Luca Blasetti – ha dichiarato il direttore Alfredo Pasquetti – va il ringraziamento dell’Archivio di Stato per questo atto di sensibilità verso la preservazione della memoria cittadina, un gesto con il quale si arricchisce e impreziosisce ulteriormente il patrimonio archivistico del nostro Istituto”.
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