(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Cosa dirà oggi Domenico Pompili alla Chiesa di Rieti e ai fedeli? Che se ne va, chiamato dal Papa a ricompattare Verona in un percorso che lo vede cardinale e magari pronto al conclave e al soglio di Pietro, o che resterà a Rieti nella sua missione – in parte già riuscita – di riavvicinare i reatini e tenere unite le popolazioni del sisma e promuovere la terra di San Francesco? La risposta arriverà alle 12 quando in Santa Maria il vescovo pronuncerà le “importanti comunicazioni” preannunciate in una nota ieri. Pompili, 59 anni, romano, diventato vescovo ad Alatri, ha guidato la comunicazione Cei.
Stretto amico del Santo Padre, proprio da lui è stato chiamato a una missione: andare a Verona. Già, perché quello che Pompili pronuncerà oggi sarà un discorso d’addio, salvo ribaltoni. La stampa veneta è certa, smentite in questi giorni non sono arrivate nonostante appelli social dei fedeli e persino delle istituzioni, come il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi. “Sono invitati in special modo i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose, quanti sono impegnati nelle aggregazioni laicali e gli operatori pastorali tutti” scrive Chiesa di Rieti per l’evento di oggi. Qualcuno già lo sta salutando sui social, altri lo invitano a ripensarci. Ma per Pompili non è una decisione autonoma e sicuramente sofferta. E arriva alla vigilia della Processione che lui ha imparato ad amare e che ha fatto tornare dopo due anni di stop. Alle 12 sapremo davvero.
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