(di Martina Grillotti) Il vescovo Pompili ha riunito questa mattina in cattedrale tutti i fedeli, i religiosi e le religiose per comunicazioni urgenti. “Il Papa ha nominato Sua Eccellenza, Monsignor Pompili vescovo di Verona” sono state le parole con cui è stato annunciato l’addio di Pompili a Rieti. “L’ho saputo il 20 giugno scorso, una notizia che mi è piombata addosso”.
È dunque arrivata l’ufficialità dopo le voci trapelate nei giorni scorsi della possibilità che Pompili sarebbe stato il nuovo vescovo di Verona (Leggi)
“Se avessi dovuto scegliere non avrei mai abbandonato questa terra, questo territorio” Sono le parole, rotte dalla commozione e dal pianto di Pompili mentre ha ripercorso il periodo trascorso a Rieti “La pandemia ci ha tenuto distanti, eppure ci siamo fatti forza l’un gli altri, abbiamo costruito un legame che si è sempre più consolidato. Mi avete accolto – dice piangendo – a braccia aperte, mi avete fatto sentire a casa fin dal primo momento, pur senza conoscermi”.
“Non so ancora quando mi sposterò a Verona, né chi guiderà dopo di me la comunità di Rieti, presumibilmente inizierò la mia missione a Verona in settembre, nel frattempo pregate per me come io pregherò per voi” e uno scrosciante applauso ha abbracciato Pompili, visibilmente commosso.
Il discorso integrale
La lettera del Nunzio porta la data del 20 giugno. Quel giorno sono stato chiamato a Roma. Ed informato che il papa mi nominava vescovo di Verona. Avevo in questi anni avuto sentore di qualche spostamento, ma poi tutto era sempre rientrato. Consideravo che così sarebbe stato ancora a lungo.
Oggi, anzi da qualche giorno, sono dentro una tempesta emotiva, sopraffatto dalle tantissime persone che mi hanno svelato il loro affetto e la loro amicizia. Non che non avvertissi prima questa energia fatta di vicinanza e di simpatia, ma era come dissolta nel quotidiano andirivieni e non ci si faceva caso. In queste ore, vinte le inibizioni e la riservatezza, è venuto alla luce un legame forte, tenace che mi toglie il respiro.
Se avessi scelto non sarei andato a finire così lontano da qui, dalla mia terra, dai miei genitori. Ma so che la “chiamata” è sempre una novità che non si può preventivare. Nel Vangelo di oggi sono riportate queste parole: “Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano”. La novità è soltanto Gesù Cristo che da questa Cattedrale dove sono stato ordinato vescovo ha annunciato in questi sette intensi anni. È soltanto Gesù la novità che fa saltare il banco delle consuetudini, dei pregiudizi, delle ovvietà. Si dice solitamente che a Rieti non succede mai niente. È successo di tutto in questi sette intensissimi anni: terremoto, pandemia, alluvione, crisi economica e sociale. E siamo stati insieme. “Fides” significa “legame” che per quanto invisibile è indistruttibile. Non mi viene da pensare che si allenterà o si distruggerà, ma si affinerà e si approfondirà. Questo è il mio augurio. Non senza aver detto grazie a tutti. E scusa a chi posso aver contristato.
Non scappo di notte. Perciò avremo tutto il tempo di stare insieme fino all’inizio del ministero a Verona. Verosimilmente in settembre. Resterò vescovo di Rieti fino ad allora. Intanto pregate voi per me e io per voi, così che quel che è stato seminato porti frutto, sotto la guida di un altro pastore. Per fortuna il pastore buono delle pecore che è Gesù non passa né cambia.
Foto: Riccardo FABI ©
Questo ” abbandono” ,perche’ si tratta purtroppo di un abbandono,ci fa male, fa male a tutta la comunita’ e non ne riesco a capirne il significato.
Ma le auguro di cuore di lasciare una traccia anche nel territorio che si appresta a guidare.
Un affettuoso abbraccio.