Via libera da parte del Commissario Straordinario alla Psa all’utilizzo di paglia e fieno prodotti in zona infetta in aziende non suinicole, purché sia assicurata la tracciabilità. “Avevamo fortemente sollecitato l’utilizzo di paglia e fieno – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – e il via libero arrivato dal Commissario Straordinario alla Psa è una buona notizia che darà sollievo a molte aziende agricole. Un provvedimento che rischiava di portare sul lastrico molte realtà produttive e prima di tutto la filiera zootecnica, in un periodo storico in cui paglia e fieno costano oro, anche a causa delle ripercussioni del conflitto in Ucraina”.
La priorità per Coldiretti Lazio ora è quella dei ristori necessari per le aziende colpite dalle conseguenze della peste suina e procedere speditamente con gli abbattimenti dei cinghiali.
“Siamo consapevoli della necessità di attuare tutti gli strumenti necessari ad impedire il propagarsi del contagio di peste suina – aggiunge Granieri – che per primi abbiamo sollecitato sin da subito e continuiamo a chiedere, nell’interesse primario delle nostre aziende suinicole, che rischiano di dover abbattere capi di bestiame sani”. Danni incalcolabili? per un settore che nella nostra regione conta più di 50 mila capi e genera un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, che rappresenta una vera eccellenza con i suoi prodotti tipici come la norcineria , espressione della nostra distintività.
“Allo stesso tempo – prosegue Granieri – non possiamo mettere a rischio la filiera zootecnica, già vessata anche dalle speculazione sul latte, che hanno dovuto subire nel periodo della pandemia e che continuano a fronteggiare, oltre alle perdite registrate a causa della chiusura del canale horeca imposto durante il lockdown. Vietare loro l’utilizzo di paglia e fieno, sarebbe stato l’ennesimo colpo inferto. Una misura che avrebbe compromesso un settore strategico e posti di lavoro. E’ fondamentale a questo punto procedere in maniera spedita con gli abbattimenti dei cinghiali nelle zone bianche in collaborazione con gli Atc, utilizzando caccia di selezione e girata, per raggiungere subito obiettivi che siano risolutivi di una situazione da troppo tempo insostenibile”.
Resta, inoltre, l’urgenza di stanziare degli indennizzi per le aziende colpite. “Serve un immediato sostegno economico – conclude Granieri – per gli allevamenti suinicoli colpiti dalla peste dei cinghiali. La priorità ora deve essere la loro salvaguardia, altrimenti rischiano di chiudere”.