Foto: Riccardo FABI ©
(di Christian Diociaiuti) Carenza di agenti penitenziari, assenza di un reparto dedicato ai detenuti al De Lellis e gestione dei rapporti con la Rems. La Funzione Pubblica Cgil oggi in visita nel carcere di Rieti per monitorare la situazione e sottolineare cosa non va, chiedendo a Ministero e Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria soluzioni rapide affinché il carcere di Rieti sia quel che era stato promesso all’apertura oltre 10 anni fa: un fiore all’occhiello per gli istituti di pena del Lazio. “Una situazione non più sostenibile in merito alla manca di personale in tutto il Lazio – dice Ciro Di Domenico, Coordinatore regionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria – qui ci sono 60 unità in meno rispetto a quello che dovrebbe essere. Nascono difficoltà nel servizio quotidiano e nel piano ferie, che non si sa se sarà garantito. Arriviamo da due anni di pandemia, di rivolte, tutto gestito egregiamente nonostante queste complicazioni. E poi c’è la questione del detenuto che dovrebbe essere alla Rems e che dà diverse problematiche, tra fughe e devastazioni (leggi). Oltre alla struttura riservata al De Lellis che manca da tempo”.
“Dopo tante segnalazioni, iniziamo un tour nelle carceri del Lazio per verificare le condizioni di lavoro degli Agenti e la sicurezza minata dalle scelte fatte dal Dap – dice Mirko Manna, coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria – A Rieti su una forza prevista di 176 unità, si contano 110 unità. Così è a grave rischio la sicurezza del personale che qui lavora e di Rieti città. Chiederemo al provveditore l’invio immediato di personale. Provveditore, ministro Cartabia e presidente Renoti si facciano carico di questa cosa. A Rieti il carcere non va bene. Siamo pronti a scendere in piazza per manifestare alla prima criticità”.