Fotoreportage di Riccardo FABI ©
(ch.di.) La luce che entra dai finestroni di Sant’Agostino. Il saio scuro, le spighe, il bambino. Le donne e gli uomini di fede affaccendati come nella preparazione di una sposa, di un laureando, di un’artista. Il fermento silenzioso di una mattina di giugno in cui si vota per il sindaco e si aspetta chi sindaco non ha bisogno di esserlo per essere rispettato e amato da tutta la città. Inizia il Giugno Antoniano (leggi), parte con la vestizione della statua che oggi (alle 18) verrà esposta a Sant’Agostino. La chiesa di San Francesco è ancora ferma per i lavori del Giubileo. La processione, che quest’anno torna dopo tre anni, si farà di nuovo, con un percorso leggermente diverso. I ceri, infatti, avranno come prima tappa piazza Mazzini.
RietiLife grazie al suo fotografo Riccardo Fabi stamattina ha seguito uno dei riti più belli e intimi legati al culto di Sant’Antonio, venerato più della patrona Santa Barbara (ammesso che possa esistere, nella spiritualità, una classifica d’amore), amato dai reatini che a lui si rivolgono con un ex voto prezioso ogni anno, per una benedizione, per un grazie. Ha un triplice valore la vestizione di quest’anno. Sant’Antonio, vero, non ha mai abbandonato i reatini: è stato sempre esposto e con rigide regole è stato avvicinato dalla città in questi ultimi due anni. Ma non è uscito per le vie della città che lo ama. Così, la vestizione significa ritorno tra la gente aspettando la Processione dei Ceri (il 3 luglio), significa ripartire con la tradizione e lo spirito, significa devozione.
Un momento altamente significativo, forse il più ricco – insieme alla Processione – di fede, quella che Chiesa di Rieti e Pia Unione di Sant’Antonio sublimano ogni anno con il Giugno Antoniano.