Foto: Chiaretti ©
Venerdì 6 maggio si è celebrata a Borgo Velino la cerimonia solenne di intitolazione dei locali giardini pubblici al Gen.Carlo Alberto dalla Chiesa. Alla presenza del colonnello del Comando provinciale dei carabinieri Bruno Bellini in rappresentanza del Comando Generale, del Prefetto Gennaro Capo, del Questore Mauro Fabozzi, del Comandante provinciale della Guardia di Finanza Michele Giovanni Messa, di Gianpiero Cioffredi Presidente dell’Osservatorio sulla legalità e sicurezza della regione Lazio e del Dottor Francesco Accordino gia Capo della sezione omicidi della Questura di Palermo, l’evento si è incastonato all’interno di un progetto che vuol veder presenti in questo Comune luoghi e spazi di testimonianza, legalità e memoria.
All’interno dell’Aula Consiliare, successivamente all’introduzione illustrativa del Responsabile dell’ufficio cultura, il Sindaco Berardi Emanuele ha portato i saluti istituzionali alle autorità intervenute per poi ribadire -quanto il Comune di Borgo Velino senta il forte obbligo istituzionale di ricordare le vittime cadute in nome della legalità, come il Generale dalla Chiesa, soprattutto per i nostri giovani, per garantire loro un futuro più onesto e bello-.
Il colonnello Bellini ha evidenziato come –la figura del Generale dalla Chiesa sia tuttora molto importante, un esempio per tutti, ancor più per noi carabinieri che indossiamo, come amava dire il Generale, gli alamari cuciti sulla pelle ancor prima che sui baveri della giacca. Queste manifestazioni – prosegue l’Ufficiale- sono fondamentali quali punti di riferimento positivi e saldi ai principi della civile convivenza da trasmettere alle nuove generazioni anche in piccole realtà territoriali e tranquille come in questa Provincia ed oggi a Borgo Velino davanti ai tanti bambini presenti che vanno giustamente avvicinati alle istituzioni, trasmettendo loro forte il messaggio che occorre mantenere salda e forte la lotta alla mafia-.
Il Prefetto Capo ha focalizzato nella toponomastica – l’elemento fondamentale di ricordo e di educazione da parte della scuola alla conoscenza delle intitolazioni di strade e vie dei territori e, nel caso specifico dei giardini pubblici a dalla Chiesa, a personalità che hanno lasciato segni indelebili della propria vita perduta, come dalla Chiesa dopo aver incontrato molti ostacoli, motivo per il quale- conclude il Prefetto- occorre mantenerne la memoria e mettere in campo, tutti noi, un elevato, quotidiano e costante senso di militanza civile contro ogni forma di criminalità organizzata che testimoni l’esistenza della distanza tra civiltà e mafia-
-Ero un ragazzino quando dalla Chiesa fu ucciso, ma sono contento di come un Comune possa portare avanti momenti come questi- dice nel suo intervento il Questore Fabozzi secondo cui- la divulgazione di conoscenza e memoria è esempio per tutti noi che possiamo e dobbiamo continuare sempre ad essere servitori dello Stato per la nostra società, ricordando che chi come il Generale in quel periodo storico ha svolto con appartenenza allo Stato il suo lavoro ne ha subìto la condanna più estrema e per questo c’è da ringraziarlo con onore e ricordarlo per i secoli a venire-.
Il colonnello Messa ribadisce il concetto che – abbiamo bisogno di questi eroi, come il Generale dalla Chiesa e ne abbiamo bisogno noi in prima persona, con l’esempio della nostra vita da mettere a disposizione della collettività, con sacrificio sì ma con impegno continuo perché chiamati ed incaricati a rappresentare lo Stato in tutte le parti d’Italia-.
Cioffredi ricorda che – il 2022 rappresenta un momento molto importante, ovvero il trentennale dalle stragi che videro vittime i Giudici Falcone e Borsellino e 40 anni di altri omicidi mafiosi tra cui Pio la Torre e dalla Chiesa, uomini di Stato che con coraggio hanno combattuto, isolati in quegli anni, quella mafia omicida e stragista che oggi, a seguito di una forte reazione e risposta della società civile è stata sconfitta ma – ammonisce Cioffredi- le mafie di oggi seppur uccidono di meno, condizionano ancora di più l’economia e lo stato della democrazia del nostro Paese e per questo c’è la necessita di legare a ricordo delle vittime, l’impegno alla lotta alle mafie in Italia così come nel Lazio-.
Direttamente da Palermo è arrivata a Borgo Velino la presenza –dell’ultimo sopravvissuto a quel periodo di follia omicida mafiosa-, così si definisce Accordino capo della sezione omicidi della Questura palermitana negli anni 80 e 90. – Ho indagato su 1000 assassini escludendo quelli della nota lupara bianca ( i morti senza cadaveri), la squadra con la quale ho lavorato, dopo Boris Giuliano, ha visto perdere, tra gli altri, colleghi straordinari come Cassarà e Montana. L’ultimo rimasto in vita e l’unico perciò, che deve portare avanti anche la loro memoria. Ho visto davanti ai miei occhi cadere pezzi notevoli della repubbòica: Chinnici, Falcone e Borsellino con i quali abbiamo lavorato per anni, il Generale dalla Chiesa che oggi viene qu’ ricordato e celebrato in uno spazio luogo di svago per bambini. Ed è proprio ai ragazzi che preferiva rivolgersi dalla Chiesa- prosegue l’investigatore- quando iniziò gli incontri a Palermo nei suoi soli 100 giorni di permanenza in Sicilia da Prefetto. Non so ancora il vero perché non sia stato abbattuto anch’io e neanche mi interessa: so che la mafia non dimentica, ma il dovere ed il coraggio ancora accompagnano il mio impegno di testimone e di poliziotto che non dimentica e non vuole dimenticare tutti i corpi devastati visti, senza distinzione di genere e di età, di tutto quel sangue sbattuto a terra o sui muri. Mio figlio in un tema scrisse di augurarsi che la mafia perdesse per avere il papà più in casa, ma so che mafia non può essere sconfitta esclusivamente dai Carabinieri, dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza ma, mutuando Bufalino, da un esercito di insegnanti-.
La cerimonia è proseguita poi con la partenza del corteo dalla piazza sino ai giardini pubblici dove, alla presenza di carabinieri in alta uniforme, deposta una corona d’alloro, sono state scoperte e benedette le targhe poste in onore del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa alla presenza di un nutrito gruppo di attenti bambini delle scuole dell’infanzia e primaria, i veri destinatari di questo ulteriore spazio di memoria italiana.