Lavoro, nel Reatino chiudono 29 imprese: lo studio della Camera di Commercio

Tassi di crescita imprenditoriale vicini allo zero nell’Alto Lazio nel primo trimestre 2022 secondo i dati Movimprese elaborati da UnioncamereInfoCamere a partire dalle risultanze del Registro delle Imprese delle Camere di commercio tra cui quella di Rieti-Viterbo. Uno scenario che vede nella Tuscia un tasso dello 0,21%, che equivale ad un saldo positivo di 81 imprese – 671 iscrizioni e 590 cancellazioni non d’ufficio – e nel Reatino un indice di poco inferiore allo zero, pari a -0,19%, con un saldo negativo di 29 imprese – 223 nuove iscrizioni e 252 cancellazioni non d’ufficio. A livello settoriale, nell’Alto Lazio calano in entrambe le province i settori agricolo, delle attività manifatturiere, del commercio, delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione. Tiene invece, anche per effetto del Superbonus 110%, il settore delle costruzioni, soprattutto nella Tuscia, con un lieve incremento anche nel Reatino. Un settore che va “a braccetto” con quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche, che segna un saldo positivo in provincia di Rieti mentre si registra un sostanziale equilibrio tra iscrizioni e cessazioni in provincia di Viterbo. Segnali incoraggianti anche dal settore che racchiude le attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.

Uno scenario confermato anche a livello nazionale: tenendo anche presente gli aspetti stagionali che influenzano il bilancio del primo trimestre dell’anno, con il peso delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente e rilevate statisticamente a gennaio, i dati del primo trimestre del 2022 restituiscono il profilo di un sistema imprenditoriale che allarga il proprio perimetro soprattutto grazie alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (servizi immobiliari e attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese.

A distanza, quindi, di due anni dall’irrompere dell’emergenza sanitaria, a livello sia nazionale che locale i numeri del Registro delle imprese segnalano un primo, parziale assestamento della natalità e mortalità imprenditoriale. Alle 101.955 iscrizioni di nuove attività economiche rilevate in Italia tra gennaio e marzo (in linea con il dato dello scorso anno, dopo la brusca frenata del 2020) hanno risposto 103.104 cessazioni, per la prima volta in ripresa verso valori più normali dopo la forte contrazione legata all’attesa dei ristori governativi per la forzata riduzione delle attività.  Il saldo risultante dai due flussi (-1.149 unità) fotografa un sostanziale “stallo” nella dinamica complessiva del tessuto imprenditoriale che va qualificato come un risultato “tecnico” soprattutto per il livello di cancellazioni, ancora lontano da un’evoluzione fisiologica. A questo si aggiunge la debole dinamica delle iscrizioni che, pur in ripresa rispetto al minimo del primo trimestre del 2020, comincia a registrare il clima d’incertezza conseguente agli squilibri geo-politici innescati dal conflitto Russo-Ucraino.

Sotto il profilo organizzativo, infine, si conferma la forza della formula della società di capitali per quanti decidono oggi di lanciarsi in un’iniziativa imprenditoriale. Tra gennaio e marzo nell’Alto Lazio, così come a livello regionale e nazionale, risultano in crescita solo le società di capitale (società per azioni, società a responsabilità limitata e srls, società in accomandita per azioni), mentre calano o restano stabili le imprese individuali e le società di persone. Tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo http://www.infocamere.it/movimprese e navigabili dalla dashboard interattiva.

Foto: RietiLife ©

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