Reddito e pensione di cittadinanza: l’osservatorio Inps su chi lo percepisce

L’Inps riporta i dati, aggiornati a febbraio 2022 dell’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza. A febbraio sono 1,1 milioni i nuclei beneficiari, per oltre 2,4 milioni di persone, importo medio di 583 euro. I dati relativi al singolo mese di febbraio 2022 riferiscono di 1,1 milioni di nuclei percettori totali, con 2,48 milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 583 euro (609 euro per il RdC e 311 euro per la PdC).

L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, e va da un minimo di 473 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 763 euro per le famiglie con cinque componenti. La platea dei percettori di reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,16 milioni di cittadini italiani, quasi 231mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno UE e quasi 87mila cittadini europei. Per i nuclei con presenza di minori (circa 366mila, con 1,36 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 703 euro, e va da un minimo di 596 euro per i nuclei composti da due persone a 765 euro per quelli composti da cinque persone. I nuclei con presenza di disabili sono 200mila, con oltre 459mila persone coinvolte. L’importo medio è di 576 euro, con un minimo di 455 euro per i nuclei composti da una sola persona a 780 euro per quelli composti da cinque persone. La distribuzione per aree geografiche relativa vede 417mila beneficiari al Nord, 322mila al Centro e quasi 1,75 milioni nell’area Sud e Isole.

Le revoche nel periodo gennaio-febbraio 2022 hanno riguardato circa 11mila nuclei e le decadenze sono state quasi 116mila. La diminuzione del numero dei nuclei rispetto al mese precedente (a gennaio i nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC sono stati 1,35 milioni) risente dell’aggiornamento della dichiarazione sostitutiva unica (DSU) – indispensabile per poter proseguire con l’erogazione del beneficio – che può essere stata presentata in ritardo o aver provocato la decadenza del beneficio. Una analoga flessione era stata registrata anche lo scorso anno, nello stesso periodo, influenzata appunto dai termini di presentazione delle nuove dichiarazioni.

Foto: RietiLife ©

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