Lo scorso giovedì 17 marzo, presso la Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma, sono stati presentati i dati raccolti dall’Osservatorio Federlazio sullo Stato di Salute dell’Edilizia nel Lazio. All’evento hanno preso parte oltre ad Alessandro Sbordoni, Presidente di Federlazio Edilizia e Luciano Mocci, Direttore Generale di Federlazio, Lorenzo Tagliavanti, Presidente di Unioncamere Lazio e Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale. Il rapporto, realizzato grazie al contributo della Camera di Commercio di Roma, ha evidenziato con chiarezza che nel 2021 l’edilizia ha intrapreso un percorso di crescita e sviluppo di notevole portata, che sta cominciando a generare significative ricadute su un insieme articolato di attività economico-produttive del nostro Paese. Dopo lo shock provocato dalla crisi sanitaria, infatti, già nel corso della seconda metà del 2020 e in maniera più accentuata nell’anno passato, il settore delle costruzioni ha fatto registrare tassi di crescita e sviluppo che hanno consentito non solo di recuperare appieno il terreno perduto, ma di superare i livelli di attività del periodo pre-pandemico.
Ciò è testimoniato, in primo luogo, dagli andamenti degli indici della produzione edilizia, che, in Italia, a dicembre 2021, sono stati di oltre 20 punti superiori a quelli di due anni prima. Alla crescita della produzione è corrisposta anche una crescita dell’occupazione: tra il 2020 e il 2021, a livello nazionale, essa è stata del 7% a fronte di un incremento più ridotto (3%) dell’insieme dell’economia italiana. La crescita è stata determinata sia dallo sviluppo eccezionale delle attività di recupero, ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio edilizio, sia da una ripresa degli investimenti pubblici.
Nel Lazio, nel 2021, le imprese del settore edile aumentano raggiungendo le 76.700 unità con una crescita, rispetto al 2020, dell’1,8%. Gli addetti del settore crescono del 12,2% toccando le 132.800 unità. Per quanto riguarda i bandi pubblici in Italia le stime indicano una riduzione tendenziale del 24% degli importi. Nel Lazio nel 2020 (non ci sono ancora i dati di stima del 2021) si è registrato il picco con circa 2,8 miliardi di euro. Gli investimenti realizzati attraverso il Superbonus 110% raggiungono in Italia il valore 16,2 miliardi di euro. Il Lazio con 1,5 miliardi, si colloca al terzo posto tra le regioni. Il mercato immobiliare segna una forte crescita in Italia, con circa 630 mila atti, nel Lazio con oltre 75.500 compravendite nel 2021 +19.726 rispetto al 2020.
Più della metà delle imprese (51%) che hanno risposto all’indagine condotta da Federlazio ha registrato un incremento delle proprie attività nel corso del 2021 rispetto al 2020. Il 71% degli imprenditori ha inoltre dichiarato di avere recuperato (50%) o superato (21%) i livelli di attività del periodo pre-pandemico. Non va tuttavia dimenticato che per molte realtà di piccola dimensione la situazione rimane ancora critica. La percentuale di PMI con un numero di addetti inferiore a 20, che nel 2021 non ha registrato significativi incrementi delle proprie attività, supera il 55%. Inoltre tra queste aziende la metà è riuscita a recuperare o superare di poco i livelli realizzati nei periodi pre-pandemici.
Il quadro generale comunque, presenta una situazione positiva, anche se si confermano e si accentuano i rischi di polarizzazione tra imprese solide, capaci di cogliere le opportunità di sviluppo e crescita e realtà più deboli, che vedono ridursi progressivamente e ininterrottamente le opportunità di lavoro. Questa condizione si conferma anche sul piano occupazionale. Il numero complessivo di addetti risulta in crescita, ma quasi esclusivamente nelle imprese di maggiore dimensione. Su questo fronte, inoltre emergono due importanti fenomeni di incertezza e criticità. Il primo è costituito dal fatto che sono solo i contratti a termine ad essere cresciuti, il secondo è rappresentato dalle difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata che si sta diffondendo tra le imprese del settore. Per quanto riguarda le attese per i prossimi mesi, quelle orientate alla crescita sono espresse dal 49% del campione, mentre solo il 4% prevedono una riduzione. Si continua ad accentuare, però, la distanza tra imprese di maggiore dimensione (che nel 63% si attendono una crescita) e quelle più piccole (con solo il 33% che dichiara aspettative positive per il 2022). Calandoci un po’ nel dettaglio dei diversi segmenti di mercato, vediamo che le risposte hanno riaffermato il ruolo trainante delle attività di ristrutturazione, valorizzazione e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, che è previsto in crescita dall’85% degli imprenditori.
La novità di quest’anno riguarda i segmenti rappresentati dalle “opere pubbliche” e dagli interventi di “recupero urbano”, sui quali si sono registrati già nel 2021 significativi segnali di crescita e che si prevedono ulteriormente in miglioramento per il prossimo futuro. In questo scenario la riqualificazione energetica degli edifici assume un valore centrale e strategico del tutto coerente con le prospettive di sviluppo indicate dal Recovery Plan e dal Green Deal Europeo per la transizione ecologica dell’economia. Il settore delle costruzioni quindi sembra aver intraprese nel suo complesso una traiettoria di sviluppo. Le aziende manifestano la volontà di rilancio e di uscita dalla crisi anche attraverso investimenti legati alla cosiddetta “Edilizia 4.0”: dalla scelta dei materiali da costruzione (eco sostenibili e riciclabili) alla progettazione degli impianti, dall’innovazione tecnologica dei componenti costruttivi, alla progettazione architettonica che soddisfi le problematiche dell’inquinamento, dell’esaurimento delle risorse naturali, alla realizzazione di edifici ad elevata efficienza energetica NZEB (Nearly Zero Energy Building) o volti all’abbattimento del rischio sismico.
In questo contesto hanno svolto e continueranno a svolgere un ruolo fondamentale le misure incentivanti e gli sgravi fiscali messi a punto dai diversi Governi del paese che si sono succeduti e che hanno contribuito a generare complessivamente quasi 350 miliardi di investimenti in vent’anni. Tali misure devono essere accompagnate dalla messa a punto e dalla realizzazione del piano di ammodernamento infrastrutturale e di messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati, che potrà avvalersi di una parte consistente dei fondi previsti dal PNRR. “Assieme a tali misure – dichiara il Presidente di Federlazio Edilizia Alessandro Sbordoni – sono necessari impegni e riforme sia di carattere normativo che operativo, in grado di trasformare il modo di operare delle Pubbliche Amministrazioni, andando a rimuovere uno dei principali ostacoli che frenano la crescita del Paese. L’alleggerimento della burocrazia, la semplificazione e l’efficientamento della macchina amministrativa oltre ad essere una necessità strutturale, diventa oggi ancora più vitale anche per riuscire a cogliere appieno le opportunità e realizzare gli obiettivi contenuti nel PNRR. L’auspicio è che l’intero sistema, dalle Amministrazioni Pubbliche centrali a quelle periferiche, riesca a creare le condizioni per utilizzare al meglio i fondi del Piano anche da parte delle realtà produttive di media e piccola dimensione, che rischiano di ritrovarsi ai margini senza poter riuscire ad utilizzare le spinte positive che questo volano potrebbe imprimere loro nei prossimi mesi”.
Il Direttore Generale della Federlazio Luciano Mocci si sofferma sul Superbonus “tale meccanismo ha rappresentato un’importante opportunità di rilancio per un largo insieme di imprese nell’edilizia e nell’indotto. Si è trattato di uno strumento che nel 2021 ha finanziato circa 9.000 interventi di riqualificazione energetica nel Lazio realizzati da soggetti e imprese di tutte le dimensioni coinvolgendo anche una porzione significativa di PMI. Non va tuttavia taciuto il fatto che si sono verificati, purtroppo anche su larga scala, utilizzi impropri e truffe che hanno permesso alla criminalità organizzata di appropriarsi di ingenti quantità di finanziamenti, sfruttando soprattutto i meccanismi della cessione del credito. Questo fenomeno mette a repentaglio le prospettive di sviluppo e di ripresa economica e deve essere contrastato energicamente e senza indugi, proprio per consentire alle tantissime imprese sane di poter svolgere al meglio la propria attività”.
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