“Il giorno successivo alla dichiarazione di inammissibilità del quesito referendario sull’Eutanasia Legale da noi proposto, il Presidente della Corte Costituzionale Amato ha rilasciato una conferenza stampa eccezionale per forma e contenuti, non limitandosi a spiegare le ragioni della suddetta inammissibilità (che scopriremo una volta uscita la sentenza) ma adducendo esempi fallaci e attaccando lo stesso Comitato Promotore, tacciato di aver volutamente assegnare un titolo fuorviante al Referendum per “ingannare” i firmatari”: lo dice Eutanasia Legale Rieti.
“Le 1.239.423 persone che hanno firmato il nostro Referendum hanno letto e sottoscritto un quesito referendario riguardante l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del c.p. che regola l’omicidio del consenziente, e così noi attivisti lo abbiamo presentato a chiunque firmasse, spiegando le tutele e le eccezioni che sarebbero rimaste intatte verso le categorie fragili, come dimostra l’aver lasciato intatto il comma 3, che specifica l’impossibilità di fornire consenso da parte di minori, infermi mentalmente (anche temporaneamente perché sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti) e soggetti il cui consenso sia stato estorto, cose che si configurano nel 575 dello stesso codice che disciplina l’omicidio volontario. Il titolo del quesito, approvato, tra l’altro, dalla Corte di Cassazione e dalla stessa Consulta preventivamente, si esprime giuridicamente e tecnicamente parlando di omicidio del consenziente (=Eutanasia attiva) dato che, appunto, il termine Eutanasia non esiste né nel nostro ordinamento né nei testi di Medicina, ma viene usato per chiamare l’aiuto medicalmente assistito atto a raggiungere la morte in specifiche condizioni. Quando invece parliamo di esempi fallaci facciamo riferimento al caso, citato da Amato, spaventosamente debole e privo di ragionamento, per cui “un amico un po’ ubriaco” potrebbe chiedere ad un altro amico “sempre un po’ ubriaco” di ucciderlo e rimanere nella legge” scrivono.
“Basta leggere le prime righe di questo articolo (comma 3) per capire immediatamente come ciò non sia possibile e quanta poca sostanza e molta propaganda ci fossero nella sue parole. Ma non solo: se il quesito fosse stato ammesso e al referendum avesse vinto il sì (cosa probabile), un uomo maggiorenne e lucido non avrebbe potuto in alcun modo fornire il proprio consenso ad essere ucciso senza condizioni cliniche che lo permettessero, poiché tale consenso sarebbe dovuto essere raccolto ed approvato nelle sedi opportune, e ciò non si sarebbe mai potuto verificare, portando all’applicazione del 575 del suddetto codice e all’accusa di omicidio volontario per l’esecutore.
Nei Paesi in cui l’eutanasia è stata normata, difatti, questo problema non sussiste. Queste righe, speriamo il più possibile esaustive, ci sembravano dovute verso i 4100 firmatari della nostra Provincia che hanno sostenuto e abbracciato questa importante battaglia di civiltà, ben lungi dall’essere terminata” conclude Eutanasia Legale Rieti.
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