Per il consigliere regionale Sergio Pirozzi è giusto accelerare gli interventi di edilizia privata ma nessuno fa menzione riguardo lo stallo delle opere pubbliche
E rincara. “Leggo dalla stampa locale – dichiara il consigliere – che la gioiosa macchina da guerra della Regione Lazio ancora una volta ci stupisce con mirabolanti soluzioni in merito alla ricostruzione post sisma. Ma al di là della propaganda, la stella polare deve essere la ‘programmazione’, in riferimento a tutte quelle opere pubbliche e quei servizi, necessari per la sopravvivenza delle aree colpite dal sisma. Nessuno ha menzionato l’esigenza di pianificare delle soluzioni progettuali che passano attraverso la riqualificazione dei cimiteri, della rete fognaria, della messa in sicurezza del dissesto idrogeologico di alcune frazioni (senza le quali sarebbe impossibile ricostruire) il ripristino del Ponte a Tre Occhi, l’Istituto alberghiero, la riedificazione della Torre civica (senza la quale si dovrebbe interrompere la costruzione dei sottoservizi nel centro storico senza contare l’esigenza di portare a termine le strutture di pubblica utilità come Caserma dei Carabinieri e Polizia stradale”.
“Non dimentichiamo – conclude il consigliere regionale – che tutte le opere pubbliche presenti oggi nel territorio, sono frutto della donazioni di privati. Insomma se il terremoto è già di per sé infinito per definizione, per intraprendere un cammino di rinascita, non si può scindere la ricostruzione privata da quella pubblica. E su questi due punti la classe politica, deve essere compatta: servono competenza e grande capacità organizzativa“.
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