Ha creato diverse reazioni politiche la vicenda della reatina Arianna Pezzotti a cui è stato negato il tesserino da steward perché militante di Area, associazione politica reatina guidata da Chicco Costini e che, secondo la Questura di Rieti, ha violato il decreto Mancino (leggi il caso), eventualità smentita dallo stesso Costini.
“Le Prefetture italiane dovrebbero essere il primo presidio sul territorio della legalità dello Stato. E invece proprio la Prefettura di Roma si è resa protagonista di un’incredibile caso di discriminazione politica che sta sollevando le proteste bipartisan di molti esponenti politici e culturali. Stiamo parlando di Arianna Pezzotti, a cui, con decreto prefettizio, è stato negato il tesserino da steward per lavorare, in base a presupposti tanto falsi quanto infondati dal punto di vista giuridico. Infatti la Pezzotti viene accusata, in base all’applicazione della Legge Mancino, di essere stata militante di Forza Nuova alcuni anni fa e ora di essere iscritta all’Associazione culturale di Area di Rieti, una normale associazione di destra peraltro affiliata ad ASI, una delle più importanti Reti associative italiane. Si tratta di affermazioni in parte false (infatti la Pezzotti non è mai stata iscritta a Forza Nuova) e in altra parte infondate perché nessun provvedimento previsto dall Legge Mancino è mai stato preso nei confronti dell’Associazione Area. In questo senso appare molto opportuna l’iniziativa parlamentare preannunciata dal Senatore Claudio Barbaro per chiedere che il provvedimento contro la Pezzotti venga immediatamente ritirato e che la Prefettura ritratti i giudizi espressi nei confronti dell’Associzione culturale Area, mentre non possiamo non unirci alla solidarietà bispartisan che da destra come da sinistra viene tributata alla Pezzotti e ad Area.” Ha dichiarato Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma Capitale.
L’ex deputato Fabrizio Cicchitto tra i primi a reagire: “Trovo agghiacciante che avere la tessera di una associazione diventi ostativo rispetto al lavoro per il quale si è seguito anche un corso di formazione. Discriminare una madre che deve mantenere i propri figli per questioni di tipo ideologico non è degno di uno Stato di diritto”.
E ancora: “Appresa la questione dal dirigente dell’Associazione Culturale Area Rieti Felice Costini, che ci ha spiegato il caso, lo riteniamo importante e stiamo già valutando nei prossimi giorni di fare un atto parlamentare”. Ad annunciarlo è il senatore di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro, che dopo la denuncia dell’associazione laziale Area Rieti e la nota del dirigente del movimento Nessuno Tocchi Caino Umberto Baccolo manifesta la propria disponibilità a interessarsi della storia di Arianna Pezzotti, madre di famiglia incensurata a cui è stato tolto il tesserino da steward perché militante in un’organizzazione di destra. “Voglio esprimere solidarietà e vicinanza ad Arianna Pezzotti, la mamma che ha perso il lavoro per una misura preventiva ostativa legata al suo essere politicamente di destra. Una delle maggiori battaglie di noi di Nessuno tocchi Caino è contro le misure interdittive che si usano preventivamente nell’antimafia, ma qui la situazione è ancora più grave e paradossale, perché non solo Arianna è incensurata e mai indagata, ma non si parla neppure di criminalità organizzata: caso unico in Italia, non la si vuol far lavorare perché ha frequentato alcuni mesi, senza la tessera, anni fa, Forza Nuova per portare aiuti ai terremotati ad Amatrice, e perché da cinque anni milita in Area Rieti, un’associazione di destra perfettamente legale, diretta da un medico di famiglia”.
“Stiamo valutando un atto parlamentare su quanto accaduto ad Arianna Pezzotti. Il provvedimento che le ha impedito di prendere lavoro presso una società e che ci auguriamo rappresenti solo un equivoco che il Questore provvederà celermente a risolvere, non può e non deve essere un altro esempio della discriminazione verso una certa area politica nel nostro Paese – Così ha sottolineato il senatore di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro – L’appartenenza a organizzazioni di Destra come Area (peraltro associata ad Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane) è stata considerata ostativa. Lo sdegno per quanto avvenuto – ed è questa una nota lieta di questa oscura vicenda inaccettabile in una società che si definisce democratica – è arrivato da tutte le realtà politiche anche di Sinistra. Arianna Pezzotti, cittadina italiana, costretta a difendersi per le proprie idee. Madre di famiglia, separata, ha appena perso un’occasione di lavoro”, conclude il senatore.
“Quello di Arianna Pezzotti è un racconto da stato di polizia, che non fa onore alla nostra Costituzione che riconosce, in assenza di qualsiasi reato o comportamento illecito, il diritto di manifestare le proprie opinioni anche facendo parte di gruppi, i quali, secondo la nostra Costituzione all’art.2, contribuiscono allo sviluppo della personalità dell’individuo. Penso che questa situazione meriti di essere sottoposta ai percorsi che l’ordinamento prevede per verificarne la legittimità.” lo dichiara l’avvocato Giuseppe Rossodivita (Partito Radicale), Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei.
“Da quello che sembrerebbe, da un punto di vista giuridico non ci sono i presupposti per escludere Arianna Pezzotti dal lavoro di steward. Per ora mi mancano i dettagli per fare dichiarazioni più complete, ma nei prossimi giorni approfondirò assolutamente questa storia” dichiara Riccardo Magi di +Europa.
“Non conosco la vicenda, ma se una persona viene discriminata sulla base di idee politiche e privata del lavoro è un qualcosa di sbagliato. La nostra Costituzione antifascista serve a evitare ogni discriminazione”. Ad annunciarlo è Paolo Ferrero, vice presidente del Partito della Sinistra Europea.
“A prescindere da qualunque sia la partecipazione di Arianna Pezzotti ad attività politiche, i principi costituzionali garantiscono libertà di scelta politica, quindi qualsiasi sia stata la sua, di destra o di sinistra, con conseguente partecipazione ad un’associazione, questo non deve ledere il suo diritto al lavoro che è costituzionalmente garantito. Quindi quello di chi ha emesso questo provvedimento mi sembra un comportamento addirittura incostituzionale.” lo dichiara Alfredo Becchetti (Lega).
“Un’eventuale discriminazione sulla base di idee politiche mi sembra mostruoso. Spero ci siano i margini per rivalutare una decisione inconcepibile. E’ indegno in uno Stato democratico”. A intervenire sul caso Pezzotti è l’ex ministro Mario Landolfi.
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